Il contratto milionario a Fazio? La Rai avrà solo da perderci. Ecco perché

28 Giu 2017 13:51 - di Redazione

Ancora non si placano le polemiche sul contratto faraonico di Fabio Fazio. Tra l’altro, la difesa a oltranza di un contratto che “salverebbe” dall’apocalisse i bilanci dell’azienda pubblica non sono affatto reali. “Ha ragione Freccero ad aver chiesto in commissione di Vigilanza che anche il nostro organismo si attivi perché venga cancellato il contratto tra la Rai e Fazio. Un contratto incredibile di 20 milioni in quattro anni, che impegna anche gestioni future, visto il tempo limitato che ha l’attuale Cda e la direzione generale”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. “È una vicenda in ogni caso poco trasparente – dice il parlamentare – . Ho personalmente accertato che nessuna delle principali concorrenti Rai era pronta ad ingaggiare a prezzi così esorbitanti Fazio. Pertanto il Cda è stato indotto in maniera da esaminare una vicenda affermando che se non si fosse assunta una decisione entro la mezzanotte del 23 giugno Fazio sarebbe andato altrove. Sconcertante poi – sottolinea Gasparri – aver sentito da alcuni che la Rai non avrebbe retto all’eventuale uscita di Fazio come se da costui dipendesse il futuro del servizio pubblico. Va anzi segnalato agli inserzionisti pubblicitari il danno che la Rai sta per subire“.

Fazio: ecco perché la Rai ci rimetterà

“La domenica sera – è il ragionamento del senatore azzurro – le fiction trasmesse su Rai Uno in prima serata ottengono uno share che va da un minimo del 18 a un massimo del 40 per cento. Fazio ha percentuali di ascolto del 12-15 per cento e ammettendo che possano salire fino al 16 siamo a un abbattimento degli ascolti nella prima serata della rete ammiraglia. Pertanto il servizio pubblico non ci rimette solo i costi dello stratosferico contratto ma anche l’enorme valore pubblicitario delle inserzioni della prima serata della domenica”. “Di questo – anticipa Gasparri – parleremo diffusamente nella prossima riunione della Vigilanza con il ministro dell’Economia anche per le responsabilità che derivano da questa scelta dissennata. Così come torneremo a parlare dei palinsesti inaccettabili e sui quali numerosi consiglieri, a cominciare da Mazzuca e Diaconale, hanno giustamente votato contro. Non c’è garanzia di pluralismo, si prosegue con l’andazzo di prima senza aver cambiato una virgola. È ovvio che tutto questo sarà spazzato via dall’esigenza di affermare valori di pluralismo e di democrazia che continuano ad essere negati”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *