Il commissario Ue: «L’Europa a rischio poliomielite. Vaccinazioni insufficienti»

1 Giu 2017 12:34 - di Redazione

L’Europa torna a rischio poliomielite. Lo ha affermato il commissario Ue alla Salute e alla Sicurezza Alimentare, il cardiologo lituano Vytenis Andriukaitis, intervenendo ad un seminario sui vaccini a Bruxelles. «L’Europa è diventata “polio-free” nel 2002 p– ha detto – Questo status è ora a rischio, a causa della bassa immunizzazione della popolazione e di divari nell’immunizzazione, anche nei Paesi Ue». La campagna di vaccinazione contro la polio è molto diffusa a livello globale. I vaccini, ha sottolineato, «continuano ad essere sottoutilizzati e sottovalutati. Malattie che possono essere prevenute tramite i vaccini rimangono una minaccia per la salute globale». È anche una questione economica, visto che «possiamo scordarci la crescita e i posti di lavoro, se ci colpisce una pandemia da virus». Pertanto, «compiacenza e silenzio non sono una risposta. Miti e leggende vanno sfatati». 

Il commissario Ue: le vaccinazioni salvano milioni di bambini

Di recente, ha aggiunto Andriukaitis, «mi sono fatto abbastanza sentire su questo argomento, pubblicamente e sui media. Non avrei potuto fare altrimenti, vedendo bambini che muoiono per malattie come il morbillo. Sono un medico e conosco i benefici che i vaccini ci hanno portato: il mio cuore si spezza, quando apprendo di questi tragici decessi». «È per questo – ha proseguito – che voglio vedere più azione e sentire voci che si levano più alte sull’importanza della vaccinazione negli anni a venire. Dobbiamo cambiare la piega che le cose stanno prendendo. Oggi, nel mondo intero, oltre 100 milioni di bambini vengono vaccinati ogni anno contro malattie come la difterite, il tetano, la pertosse, la tubercolosi, la poliomielite, il morbillo e l’epatite B». Le vaccinazioni «prevengono 2,5 milioni di morti l’anno, in tutto il mondo», ha continuato il cardiologo lituano. I vaccini hanno portato «all’eradicazione del vaiolo, alla quasi eradicazione della polio e ad una riduzione delle morti da morbillo stimata al 74% negli ultimi dieci anni». Si tratta di «enormi successi, che dimostrano in maniera impressionante il potenziale e il successo dei programmi di vaccinazione».

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