I giochetti di Napolitano per rimanere il “padrone” della politica. A 92 anni

8 Giu 2017 10:20 - di Guglielmo Federici

Continua a fare quel che ha fatto negli ultimi anni. Gestire da dietro le quinte la politica italiana e restarne padrone. Un padrone nell’ombra. Il ritorno di Re Giorgio Napolitano è ancora una volta a gamba tesa, ha già fatto saltare i nervi a Matteo Renzi, ha spalancato le porte ai retroscenisti, ha irritato chi non dimentica il giallo sull’attacco all’Italia fatto da potenze straniere per far cadere il governo di centrodestra.

La strategia attuata da dietro le quinte

Riecco Napolitano, dunque. Lo si rivede (di nuovo dietro le quinte) mentre rompe le uova nel paniere a chi legittimamente vuol tornare alla democrazia delle elezioni e alla fine della stagione delle nomine, dei Monti calati dall’alto, delle Fornero a decidere le sorti dei pensionati senza aver preso un voto.  E l’esternazione a sorpresa dell’ex Capo dello Stato – dicono i rumors del Quirinale – ha irritato non poco l’imperturbabile Mattarella. Ora il mantra è: sta nascendo il  “partito di Giorgio Napolitano”. Gli dedica “Il caso” la Stampa, mentre Libero dà conto dell’irritazione del presidente Mattarella, ben simulato ma reale. Del resto, il Pd ha concesso a Napolitano la possibilità di impadronirsi della politica italiana praticamente dal 2006 al 2015, a dire poco; gli si è data facoltà di decidere di non mandare a votare gli italiani e  di scegliere i vari premier  – Monti-Letta. Renzi –  gli si è perdonato il “golpe bianco” ai danni dell’ultimo premier eletto: dunque,  è commovente vedere chi si stupisce delle “intemperanze” di Napolitano, qiuando solo poco tempo fa ne è stato beneficiato. Secondo i renziani le parole dell’ex Capo dello Stato sono state una “picconata”, hanno  provocato «un brusco stop sulla legge elettorale, dando forza ai malpancisti del Pd con Andrea Orlando (“uomo di Re Giorgio”, che l’ha sostenuto anche alle recenti primarie democratiche) in prima fila.

Il “partito” di Napolitano

Eppure dovrebbero saperlo: Napolitano è “nemico” giurato del voto, delle elezioni. E quel che è peggio, potrebbe guidare una corrente d’opinione per non mandarci a votare. «Con Napolitano, si legge – ed è questo il dato che fa più paura al segretario, ci sono anche personalità assai rispettate dentro e fuori il partito, tra gli elettori, come Romano Prodi, Enrico Letta e Walter Veltroni. Fabio Martini, nel suo retroscena sulla Stampa, accenna anche alle “amicizie altolocate” di Napolitano in Europa, a cominciare dal presidente della Bce Mario Draghi con cui “i contatti e gli scambi di opinione sono frequenti”. Vicini a vario a titolo all’ex presidente sono anche la ministra dei Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro e il leader del Campo progressista Giuliano Pisapia. Aggiungiamo anche esponenti dell’attuale governo come Carlo Calenda, contrario alla corsa alle urne, e il gioco è fatto: la “saldatura” tra personalità tanto diverse ma altrettanto critiche contro Renzi potrebbe innescare la bomba a orologeria sotto il Nazareno».

L’irritazione di Mattarella

Napolitano sarebbe arrabbiato con Matteo dai tempi del referendum – affermano, secondo Repubblica -. Ancora non gliel’ha perdonato”. Ma non sono soltanto i renziani a guardare con sospetto alla mossa di Re Giorgio: anche al Quirinale, infatti, la sua uscita non è stata apprezzata. Naturalmente Mattarella ha scelto la linea della sobrietà e del silenzio, come suo solito, su Napolitano e sul voto anticipato. Ai suoi collaboratori ha spiegato di non voler dire nulla per non interferire con l’approvazione della legge elettorale. Tutto il contrario rispetto a ciò che ha appena fatto Napolitano. Però, un fatto rilevante c’è stato: “fonti del Quirinale, hanno voluto sottolineare come l’intervento di Napolitano “non era concordato”, si legge su Libero. “Poche pesanti parole, poiché arrivano da quell’entourage di Mattarella così incline al silenzio. L’irritazione di Mattarella c’è tutta. La Stampa dà conto della “strategia del silenzio” di Renzi e dei renzinai, che hanno deciso di non commentare le parole di Re Giorgio: un po’ per non dare enfasi a quello che si potrebbe profilare come una corrente d’opinione contro il no alle elezioni; un po’ per evitare di fare da cassa di risonanza al partito di chi è molto critico con Renzi – dentro e fuori il Pd -. Chi di Napolitano colpisce….

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