Grillo non ammette la Caporetto. E parla di «crescita lenta, ma inesorabile»
La ferita brucia e per molte ore Beppe Grillo non parla. Poi firma un commento elettorale dal sapore immaginifico nel quale ignora il campanello d’allarme che arriva dalle urne e non resiste alla tentazione di pronunciare il de profundis del Pd renziano. Il clamoroso flop dei Cinquestelle è presto riassunto: solo 8 ballottaggi su 140, nessun candidato grillino nei25 capoluoghi di provincia, un’autentica Caporetto a Parma, ex orgoglio pentastellato, dove il sindaco Pizzarotti, ex enfant prodige di Grillo prima di essere cacciato dal movimento per troppa autonomia, andrà al ballottaggio contro il candidato di centrosinistra. Ma per Beppe va tutto a gonfie vele.
Grillo non vede la sconfitta
«Il Movimento 5Stelle è stata la forza politica più presente a questa tornata elettorale, in 225 comuni. Gli altri partiti si sono camuffati, soprattutto il Pd che si è presentato in circa metà dei comuni rispetto al Movimento», così Beppe Grillo affida al suo consueto blog l’interpretazione ufficiale del voto amministrativo, pressato dall’onda d’urto dei commenti e dalla rivolta sul web. «La maggior parte delle città sono state conquistate da ammucchiate di liste civiche, capitanate da foglie di fico, fatte ad hoc per accaparrarsi voti sul territorio nascondendo il vero volto dei partiti. Senza di loro – scrive – il Pd di Renzi altro che sindaci: avrebbe faticato a mettere anche solo qualche consigliere comunale! Stiamo assistendo alla lenta scomparsa di un partito che, con nomi diversi, era radicato sul territorio dal dopoguerra». Nessuna autocritica, quindi, ma un nuovo capitolo del derby tra Cinquestelle e democratici che ha dato il meglio di sé in occasione della legge elettorale. Nel lungo post, poi, Grillo si esibisce in un conteggio dei successi invisibili. «In molte città, come a Palermo, siamo la prima lista, abbiamo confermato Roberto Castiglion sindaco di Sarego, facciamo gli auguri al neosindaco di Parzanica e ce la giochiamo al ballottaggio in una decina di comuni, tra cui Carrara».
Di Maio rilancia: non mollare mai
Sarebbero questi, a sentire Grillo, le prove di una «crescita lenta, ma inesorabile». Poi va all’attacco della stampa: «Tutti gongolano esponendo raffinate analisi sulla morte dei 5 Stelle, sul ritorno del bipolarismo, sulla debacle del Movimento, sulla fine dei grillini», scrive provocatoriamente, «hanno detto dopo le politiche, dopo le europee, dopo le regionali, dopo il referendum. Fate pure anche ora. Illudetevi che sia così per dormire sonni più tranquilli. Noi continuiamo ad andare avanti per la nostra strada». Neanche a dirlo il fedele Di Maio, considerato il primo responsabile del fallimento elettorale, rilancia il verbo del capo. «Adesso il primo obbiettivo è dare il massimo supporto ai nostri candidati al ballottaggio tra due settimane. A luglio avremo il candidato presidente della regione Siciliana, a settembre avremo il candidato premier. Dopo ci saranno le politiche e l’obiettivo è andare al governo. Successi e fallimenti fanno parte della nostra storia. L’importante è non mollare mai!».