Fumetti e non solo: iniziativa dell’Asi per educare i giovani studenti

1 Giu 2017 14:16 - di Redazione

L’Asi – Associazioni sportive e sociali italiane sta realizzando un progetto chiamato S.C.U.O.L.A., ossia Sport corretto unito onesto leale Atletico, per introdurre nelle scuole italiane il fair play. Il progetto è in collaborazione con l’Unicef Italia e con il patrocinio del Coni. S.C.U.O.L.A. è stato presentato oggi alla stampa e si pone l’obiettivo di coinvolgere ragazzi e ragazze dagli 8 ai 13 anni, quindi scuole elementari e medie, per indurli ad abbracciare e a praticare modi di comportamento e valori eticamente corretti. L’Asi sostiene che il modo giusto sian attraverso lo sport, il gioco e il fumetto. E proprio il fumetto sembra essere lo strumento didattico più originale individuato per realizzare questa iniziativa. Il progetto verrà ufficialmente avviato nell’anno scolastico 2017/2018 e debutterà nell’Istituto comprensivo di Roma Dante Alighieri. Il protagonista di questo fumetto appositamente concepito si chiama Cornelius Pallard, ed è un professore saggio, simbolo di tutti i valori etici, nonché presidente del Comitato Normativo Intergalattico, ossia il CO.N.I. Il professor Cornelius è venuto insieme ad altri amici suoi dalla lontana Galassia del Fair Play, per dar vita a tante storie avventurose e divertenti che insegneranno ai ragazzi quale è il “gioco giusto” da praticare nella vita. Insomma, grazie ai personaggi del fumetto, ai docenti delle scuole e ai genitori dei ragazzi e delle ragazze coinvolte con questo Progetto S.C.U.O.L.A., verranno veicolati in maniera piacevole e coinvolgente valori importanti: il rispetto di se stessi e della propria salute, delle regole, delle diversità, l’integrazione e la solidarietàLa riuscita dell’iniziativa dipenderà non solo dalla capacità di interessare e divertire i giovani, ma anche dalla loro disponibilità a lasciarsi coinvolgere. Per questo sono stati predisposti mezzi estremamente familiari per consentire loro di essere protagonisti e di continuare ad interagire con i contenuti progettuali anche al termine dell’iniziativa. I ragazzi infatti avranno a disposizione un sito web con cui esplorare la Galassia del Fair Play (corneliuspallard.com), un blog (pallard.blog), con cui i più grandi potranno proporre riflessioni ed articoli e anche una pagina Facebook (Pallard e la Galassia del Fair Play) per condividere video, immagini, aneddoti e tante curiosità. 

Barbaro (Asi): nelle nostre scuole manca la cultura dello sport

Interpellato da Marcel Vulpis, direttore di SportEconomy in veste di moderatore, è stato il presidente dell’Asi Claudio Barbaro a inaugurare le riflessioni sul progetto: “L’assenza dello sport nelle scuole è la causa principale della debolezza della cultura sportiva nel nostro Paese. Con questo progetto incentrato su etica e fair play – nonché con la nostra azione quotidiana di Enti di Promozione Sportiva – Asi vuole dare il suo contributo”. Barbaro ha quindi ringraziato Unicef Italia per averci affiancato in questa iniziativa e per aver rafforzato la componente solidaristica che per noi di Asi è la caratteristica e il valore aggiunto dello sport”. “Il nostro Progetto S.C.U.O.L.A. nasce da una base visionaria – ha continuato Mauro Grimaldi, autore del progetto e vice presidente Lega Pro – Crediamo che lo sport abbia una potenza tale da riuscire a creare valore sociale e aggregazione. Per questo lo abbiamo scelto per veicolare  messaggi correttivi rispetto a quelli sbagliati cui nella vita di oggi sono sottoposti i nostri ragazzi, un target particolarmente delicato. Ecco il senso del claim dell’iniziativa: Il rispetto si impara giocando”. Per spiegare come Unicef Italia si è interfacciata con l’iniziativa, è intervenuto Nicola Brotto, responsabile dello sport per l’agenzia dell’Onu che si occupa di promuovere i diritti e migliorare le condizioni di vita dei bambini e delle bambine di tutto il mondo. Il sostegno al progetto da parte delle Istituzioni locali è stato manifestato dall’intervento di Roberto Tavani, responsabile per la Regione Lazio delle politiche sportive. Le conclusioni sono state affidate a Nino Benvenuti: “In ciascuno di noi risiede un potenziale atleta, ma ci vuole qualcuno che ti aiuti a tirarlo fuori. È stato così per me: non sapevo che il pugilato sarebbe stato il mio sport, ma grazie all’aiuto di chi mi stava accanto mi sono accorto che mi faceva esprimere al meglio. La scuola è il mezzo con cui si può arrivare a farsi capire. Ecco perché mi piace questo progetto”.

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