Baciamano e ossequi a “U capra”, il boss mafioso arrestato a San Luca (video)

3 Giu 2017 12:47 - di Alessandra Danieli

Baciamano e ossequi per il superboss dell’ndrangheta Giuseppe Giorgi, detto “U capra”, arrestato venerdì a San Luca dopo 23 anni di latitanza. Alla notizia dell’arresto segue quella dello scandaloso omaggio di passanti  e vicini di casa riservato a uno dei cinque latitanti più pericolosi d’Italia. È tutto documentato da un video esclusivo trasmesso dal Tg1, diventato in breve virale sui social, nel quale si vede U capra che, appena uscito di casa in manette, dopo essere stato catturato nel suo loculo-bunker, viene salutato con calorose strette di mano da vicini e passanti, uno dei quali si esibisce persino in un ossequioso baciamano.

Baciamano per il boss arrestato a San Luca

L’arresto da parte dei militari del capo della cosca Romeo è avvenuto a San Luca, in provincia di Reggio  Calabria, opo quasi sei ore di perquisizione nella storica casa di famiglia, raggiunta e circondata nella notte da centinaia di carabinieri. È stato un blitz difficile anche per la tipologia del luogo quello dei carabinieri del Reparto operativo di Reggio Calabria. Prima sono stati perlustrati gli appartamenti, le stanze, le cantine e le soffitte. Poi i carabinieri, planimetrie alla mano, hanno iniziato a controllare anche i muri (da uno dei vani nascosti sono saltati fuori 157mila euro in banconote di grosso taglio), infine la scoperta di “U capra” praticamente murato in una sorta di bunker, grande poco più di un loculo, ricavato dietro il camino nella cucina dell’appartamento di una delle figlie del boss. Dopo aver spostato una botola nascosta alla base da un masso i militari hanno potuto percorre il piccolo tunnel di accesso al vano in cui il latitante riusciva a stento a stare in piedi. L’uomo è uscito senza fare resistenza. «Bravi, mi avete preso», ha detto il boss ai militari  che lo hanno arrestato. Dopo essere uscito dal rifugio-bunker, ha persino tranquillizzato le due giovani figlie disperate. «Si sapeva  che prima o poi doveva finire…»

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