Attentato a Melbourne, l’Isis rivendica: un nostro soldato. Un criminale noto e sorvegliato (VIDEO)

6 Giu 2017 9:26 - di Prisca Righetti

Una morsa a tenaglia, quelloa del terrorismo dell’Isis, che stringe nel terrore e nel sangue, mezzo mondo. Letteralmente. E allora, si affretta a rivendicare l’agenzia dei milziani stragisti dello Stato Islamico Aamaq, anche «l’esecutore dell’attacco a Melbourne, in Australia, è un soldato dello Stato islamico che ha eseguito l’operazione in risposta alle richieste di colpire i cittadini dei Paesi membri della coalizione», riporta con glaciale freddezza la rivendicazione nella sua generica formulazione.

Melbourne, l’isis rivendica: è un nostro soldato

Non solo: via via che passano le ore i dettagli che emergono sull’attentato e sulle investigazioni della polizia che sono seguite, rivelano particolari che lasciano sgomenti. E allora, per esempio, il terrorista che ieri a Melbourne ha ucciso un uomo e tenuto in ostaggio una donna era un noto criminale, «con una lunga storia di violenze» alle spalle, ed era in libertà vigilata. A fornire il dettaglio dei dettagli è il premier australiano Malcolm Turnbull, intervenuto di persona all’indomani dell’attacco rivendicato dall’Is condotto dal 29enne Yacub Khayre, australiano di origine somala, ucciso in uno scontro a fuoco dalla polizia, nel quale sono rimasti feriti anche tre agenti. «L’attacco terroristico da parte di un criminale noto, che recentemente era stato rilasciato su cauzione, è un crimine scioccante e codardo», ha commentato Turnbull. E come dargli torto?

Un sorvegliato speciale con uan storia di violenze alle spalle

E infatti, secondo la polizia, le agenzie di sicurezza seguivano l’uomo, che era stato assolto in passato per il coinvolgimento in un complotto per attaccare una caserma dell’esercito a Sydney nel 2009. Dal novembre scorso era in libertà vigilata dopo una condanna nel 2012 per invasione domestica. «Ci sono stati troppi casi di persone in libertà vigilata che hanno commesso reati di questo genere – ha poi denunciato il primo ministro – Come mai era in libertà vigilata? Aveva una lunga storia di violenza. Era stato accusato qualche anno fa di reati legati al terrorismo ed era stato assolto. Si sapeva che aveva legami, almeno in passato, con l’estremismo violento». Eppure, ha potuto agire liberalmente, indisturbagto, protagonista di una cronaca di un attentato se non annunciato, quanto meno prevedibile…

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