Aiuto, torna il partito delle toghe. Il M5S: noi obbedienti e in ascolto
Nulla avviene per caso sotto il cielo azzurro di una Roma dove già fervono le grandi manovre in vista del voto. E certo non è stato un caso il convegno sulla giustizia organizzato alla Camera dal M5S. Con Luigi Di Maio che introduce e promette mai più conflittualità tra toghe e politica, con noi al governo – annuncia – si cambia musica: e vai con le fanfare giustizialiste ad accogliere le parole dei magistrati, parole verso le quali i deputati Cinquestelle sono, deferenti, sempre in ascolto.
La ciliegina giunge con l’intervento del pm palermitano Nino De Matteo che lascia intravedere la possibilità di una discesa in campo e si dice pronto ad assumere un ruolo civile, perché l’eventuale impegno di un pm in politica “non mi scandalizza”.
Ma che bella notizia! Applaude Luigi Di Maio e con lui tutta la corte grillina, che spererebbero in un “ruolo civile” di Piercamillo Davigo il quale però si è dichiarato (almeno al momento) indisponibile. Ma la platea giacobina del convegno ascolta da Davigo parole che mandano gli astanti in brodo di giuggiole: “Io non mi occupo di politica ma di politici che rubano…”. ma come’ Non dovrebbe occuparsi di ladri e basta, indipendentemente dalla categoria di appartenenza?
C’è chi si lamenta delle intercettazioni che finiscono sui giornali? Mica è colpa delle procure alleate con certe testate, ma va… Davigo si dice “esterrefatto di come i politici continuano a parlare liberamente al telefono”. Insomma la colpa è di chi parla al telefono e non di chi fa uscire dai palazzi giudiziari atti che dovrebbero essere coperti da segreto. Davigo compiace i grillini anche su Berlusconi e il Pd. Il centrodestra le ha fatte grosse con i magistrati ma il centrosinistra “ci ha genuflessi”. L’unica speranza sono quelli del M%S, dunque. Loro sì che saprebbero come muoversi senza infastidire le Procure. Non solo, ma Davigo bacchetta anche il procuratore di Catanzaro Franco Gratteri che a suo avviso fa solo “congetture” quando dice un’ovvietà sulla fuga di notizie relative alle inchieste politiche: o escono dalle procure o dalla polizia giudiziaria.
Insomma gli ingredienti ci sono tutti per spellarsi le mani. Ed è ciò che i Cinquestelle eseguono estasiati. La notizia del convegno ovviamente oggi è l’apertura del Fatto Quotidiano con annesso editoriale di Marco Travaglio che scrive: ora tocca a noi mandare in Parlamento chi veramente vuole riformare la giustizia. In pratica la campagna elettorale avrà come sottofondo un sinistro tintinnare di manette. Il suono che annuncia, per dirla con Mattia Feltri, il futuro “regno del bene”di cui i magistrati pensano di far parte per diritto di casta.