170 jihadisti arrestati in Turchia: pianificavano stragi in diverse città

1 Giu 2017 15:19 - di Redazione

Sono 170 i sospetti miliziani dello Stato Islamico (Isis) arrestati nel mese di maggio in Turchia. È quanto si legge in un’informativa diffusa dalle forze di sicurezza turche, spiegando che 43 miliziani restano in carcere in attesa di giudizio. La polizia, le guardie di frontiera e la gendarmeria riferiscono poi delle operazioni anti terrorismo condotte a maggio nel Paese e che hanno portato a fermare attacchi pianificati. Il 21 maggio due cittadini stranieri sono stati uccisi in un’operazione anti Isis ad Ankara. Durante il raid è stato sventato un attacco contro il congresso straordinario dell’Akp. Tre giorni prima sono stati arrestati otto sospetti che pianificavano attacchi a Izmir, Istanbul, Erzurum e Mardin durante la festività nazionale del 19 maggio. L’11 maggio dieci iracheni sospetti sono stati arrestati nella provincia settentrionale di Samsun e martedì la polizia ha arrestato un leader del gruppo a Istanbul, Halis Bayancuk.

La Turchia si vuole riavvicinare alla Ue

Un processo di riconciliazione tra la Turchia e l’Unione europea è una necessità politica, non certo romantica. Lo ha dichiarato il ministro turco per gli Affari europei, Omer Celik, sostenendo che ”la Ue è un obiettivo strategico e i rapporti vanno perseguiti in modo obiettivo”. Incontrando alcuni giornalisti, Celik ha spiegato che ”quello che stiamo facendo è politica, non romanticismo. Noi siamo preoccupati dei nostri interessi nazionali e stiamo cercando di capire come procedere”. Funzionari turchi e dalle Ue si incontreranno il 13 giugno in Turchia per un incontro finalizzato a elaborare una road map a breve termine riguardo i rapporti ed i rispettivi ambiti di lavoro. La Turchia e la Ue discuteranno l’impostazione di un nuovo quadro politico nei rapporti privilegiando le aree di reciproco interesse. La Turchia ha anche sottolineato che va incluso il processo di adesione, che richiederebbe l’analisi della questione dei migranti, la liberalizzazione dei visti e una nuova unione doganale.

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