Tangenti, in manette 5 funzionari Enel: l’indagine partita dalla denuncia della società
Una storia di tangenti e di accordi sottobanco, quella che a Brindisi ha portato al fermo di 5 funzionari dell’Enel, i cui arresti sono stati eseguiti dalla a Guardia di finanza a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare per corruzione nell’ambito di appalti per lavori eseguiti alla centrale Enel Federico II di Brindisi.
Tangenti, in manette 5 funzionari Enel
I cinque funzionari della centrale Enel di Brindisi sono stati arrestati con l’accusa di corruzione da militari della Guardia di Finanza della città pugliese che hanno provveduto all’esecuzione dei fermi a conclusione dell’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica. Uno dei funzionari, dunque, si trova in carcere, gli altri quattro, invece, agli arresti domiciliari. L’indagine riguarda alcuni lavori eseguiti all’interno della centrale che avrebbero previsto l’assegnazione di appalti in cambio di denaro.
L’indagine partita dalla denuncia dell’Enel
L’indagine della Procura della Repubblica di Brindisi che ha portato oggi all’arresto di alcuni dipendenti dell’Enel «trae origine dalla denuncia presentata dalla stessa società nel mese di gennaio». A precisarlo in una nota è la società elettrica. Il gruppo, durante questo periodo, si legge nella nota, «ha costantemente fornito alla Procura della Repubblica ogni elemento utile per fare piena chiarezza sull’intera vicenda. L’azienda ha peraltro adottato i provvedimenti disciplinari, incluso il licenziamento, nei confronti dei dipendenti per i quali attraverso le verifiche interne erano stati già individuati elementi di responsabilità». Enel, conclude la nota, «confida nell’operato della magistratura e ribadisce la propria collaborazione al prosieguo delle indagini».