Strage a Stoccolma, l’attentatore non soffre di disturbi mentali
Rakhmat Akilov, il 39enne di origini uzbeke principale sospettato per l’attacco terroristico con un camion nel centro di Stoccolma, non soffriva di disturbi mentali al momento dell’attentato. Lo ha stabilito la perizia ordinata dal tribunale di Stoccolma, dopo la custodia cautelare ordinata dal giudice lo scorso 11 aprile. Nell’attentato morirono cinque persone. Sebbene possano essere ordinate altre perizie, il responso odierno indica che se Akilov verrà giudicato colpevole, il tribunale potrà condannarlo al carcere a vita, invece che al soggiorno forzato presso una struttura psichiatrica. Sempre oggi, la procura svedese che sta indagando sull’attentato ha chiesto una proroga della carcerazione preventiva per Akilov. L’uomo era un richiedente asilo uzbeko. La sua domanda era stata respinta ed era ricercato per essere espulso. Ha confessato di avere agito per vendicare i bombardamenti sull’Isis. L’uomo ha inoltre detto di avere pianificato l’attacco, eseguendo anche una ricognizione della strada pedonale scelta per la strage.
Attacco terroristico a Stoccolma, le vittime
Le vittime di nazionalitá svedese sono Lena Berglund, di 69 anni, Ebba Åkerlund, una bambina di 11 anni che stava facendo ritorno a casa da scuola, e Marie Kide, di 66 anni, deceduta in ospedale per le ferite riportate tre settimane dopo l’attacco. Le vittime straniere sono Maïlys Dereymaeker, psicologa belga di 31 anni, e il britannico Chris Bevington, 41 anni, dirigente di Spotify. Almeno quindici altre persone sono rimaste ferite, delle quali nove seriamente.