Siria, l’Isis continua a fare stragi: 37 morti. Ma le ong accusano Assad…

2 Mag 2017 15:57 - di Guglielmo Gatti

È di almeno 37 morti il bilancio di un’ondata di attacchi terroristi suicidi sferrati dal sedicente Stato islamico (Isis) contro una sede dell’Asayish, la forza di sicurezza curda, nel nord-est della Siria. Lo hanno riferito gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, un gruppo vicino all’opposizione con sede in Gran Bretagna. Secondo gli attivisti, cinque attentatori suicidi hanno attaccato la forza curda nell’area di Rajm al-Sleibi, non distante dal confine con l’Iraq. Oltre ai terroristi si contano almeno 32 morti, tra civili e combattenti delle Forze democratiche della Siria (Fds), alleanza curdo-araba sostenuta dagli Usa in funzione anti-Isis. Gli attacchi suicidi sono stati seguiti da uno scontro a fuoco tra i militanti jihadisti e le forze curde. “Nell’area dove si sono registrati gli attentati si stanno raccogliendo molti rifugiati scappati dalla violenza in Iraq”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Dpa il capo dell’Osservatorio, Rami Abdel Rahman, precisando che gli assalitori potrebbero essere arrivati dall’Iraq. Sono 1.014 i civili uccisi in Siria nel mese di aprile sui principali fronti aperti nel Paese, che a marzo è entrato nel settimo anno di guerra. È quanto emerge dal rapporto mensile della Rete siriana per i diritti umani, rilanciato dal sito di notizie vicino all’opposizione Shaam. Stando al rapporto, 486 civili sarebbero stati uccisi dalle forze del presidente siriano Bashar al-Assad in attacchi contro i terroristi che li utilizzavano come scudi umani. Tra questi, 98 sono bambini, con una media di tre al giorno, e 82 sono donne, mentre dieci sono i morti sotto tortura nelle carceri del regime. Le vittime delle forze russe, alleate a quelle di Damasco, sono invece 233, tra cui 97 bambini e 40 donne, mentre quelle dello Stato islamico (Is) sono 85, tra cui 24 bambini e 11 donne. La Coalizione internazionale a guida Usa che lotta contro l’Isis in Siria ha causato invece 86 morti tra i civili, tra cui 24 bambini e 18 donne.

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Il rapporto mette in evidenza che l’alleanza russo-siriana avrebbe commesso violazioni del diritto internazionale in materia di diritti umani, sottolineando inoltre che, sulla base delle prove e delle testimonianze dirette, oltre il 90% degli attacchi perpetrati hanno preso di mira i civili e le infrastrutture vitali. Intanto si apprende che “la gente di Aleppo ha oggi maggiore fiducia e le famiglie cristiane iniziano a tornare”. È quanto monsignor Antoine Audo vescovo caldeo di Aleppo dichiara ad Acs, la fondazione pontifica Aiuto alla Chiesa che soffre, riferendo che “il cessare dei bombardamenti diretti a eccezione delle periferie della città e il clima lievemente più disteso ha spinto alcune famiglie a far ritorno dal Libano e da alcune aree della Siria dove avevano trovato rifugio negli ultimi anni”. Audo sottolinea che “durante la Settimana Santa e nelle celebrazioni di Pasqua le chiese erano nuovamente piene di fedeli. Certo, non possiamo sicuramente parlare di un ritorno massivo, ma è senza dubbio un primo segnale di speranza, che illumina una situazione ancora drammatica. Ormai da un mese abbiamo nuovamente l’acqua corrente, ma manca ancora l’elettricità. La gente non ha un lavoro ed è totalmente dipendente dagli aiuti”. Dall’inizio della crisi siriana nel 2011, Acs ha realizzato ad Aleppo progetti per un totale di 2.458.731 euro. “il suo sostegno è sempre stato costante e tempestivo – riconosce Audo – Ora che la situazione è lievemente migliorata, si rende ancor più necessario fornire aiuti, affinché sempre più cristiani tornino alle loro case. Speriamo che sia finalmente giunto il tempo di una nuova rinascita di Aleppo e di tutta la Siria, che si arrivi a una soluzione politica e che cessi il sostegno ai gruppi estremisti che mirano a distruggere il nostro Paese”.

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