Rogo del camper: non è odio razziale, forse il crimine maturato tra i rom (video)

10 Mag 2017 19:47 - di Giovanni Trotta

“Allo stato, non vi sono elementi che possano ricondurre alla pista dell’odio razziale”. Lo comunica in una nota la Questura di Roma in merito al rogo del camper avvenuto la scorsa notte in cui hanno perso la vita tre sorelle. Tutto farebbe pensare che il crimine sia maturato nell’ambito di un regolamento di conti tra rom. Le indagini della polizia procedono senza sosta per appurare i fatti a seguito dei quali il camper, parcheggiato in via Ugo Guattari, è stato completamente distrutto dalle fiamme, con il conseguente decesso di tre delle 13 persone, appartenenti allo stesso nucleo familiare, presenti all’interno. Il sopralluogo, effettuato dagli agenti della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica, ha permesso di rinvenire i resti di una bottiglietta infranta con liquido infiammabile. I filmati ripresi dalle telecamere di sorveglianza della zona sono al vaglio degli investigatori, che procedono per il reato di omicidio. Tracce di liquido infiammabile sono state trovate dalla polizia scientifica nel luogo dove il camper ha preso fuoco, causando la morte di tre sorelle, una ragazza di 20 anni e due bimbe di 4 e 8 anni. È stata proprio questa scoperta a indurre la procura di Roma a iscrivere tra le ipotesi di reato del fascicolo di indagine aperto in materia non solo l’incendio doloso ma anche l’omicidio volontario. Quanto alle cause del rogo e alla ricostruzione degli eventi, le indagini sono ai primi passi, ma qualche elemento di svolta potrebbe arrivare dall’analisi dei filmati delle telecamere di zona, già al vaglio della polizia. Il camper, autorizzato alla circolazione, si ipotizza stazionasse in zona Centocelle, dalla sera prima. A bordo, oltre alle tre vittime, c’era anche il resto della famiglia, di origini rom e composta da una decina di persone: gli altri, evidentemente più distanti dal punto di innesco del rogo, sono riusciti a mettersi in salvo, grazie anche all’aiuto dei vigili del fuoco, arrivati sul posto pochi minuti dopo l’allarme. Sentiti dagli investigatori, i superstiti dell’incendio avrebbero riferito di aver ricevuto delle minacce. A questo proposito, ospite di un convegno organizzato da Magna Carta di Gaetano Quagliariello e la Fondazione di Altero Matteoli, Matteo Salvini bacchetta la stampa. Lo spunto dell’affondo del leader della Lega, è il rogo del camper in fiamme a Roma: ”Un giornalista oggi si è avvicinato e mi ha chiesto: lei si sente responsabile di quanto avvenuto?. Io ho risposto che ogni Paese ha i politici e i giornalisti che si merita… Io penso che la classe giornalistica in Italia sia imbarazzante…”.

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