Il piccolo paese dove il Pd e i M5S non sono riusciti a presentare la lista

27 Mag 2017 17:33 - di Antonio Pannullo

Come è possibile che ci sia un comune in Italia dove il Partito Democratico, al governo del Paese, proveniente dalla grande tradizione politica del Pci e del Pds, che pochi mesi fa ha ottenuto oltre il 40 per cento dei consensi, non riesca neanche a formare una sua lista per le prossime amministrative? Sembra impossibile, ma succede a Manziana, un piccolo comune di settemila abitanti in provincia di Roma: qui il Pd è stato costretto a inserire, dopo lunghe contrattazioni, quattro suoi candidati in una lista civica di 12 persone. Raccontiamo la vicenda perché è paradigmatica di un ex grande partito in fortissima crisi, soprattutto nei piccoli centri, dove i suoi quadri hanno perso completamente il contatto con la realtà e dove si sono screditati in operazioni che ora racconteremo. A Manziana, per la verità la sinistra non ha mai ottenuto grandi successi: una sola volta negli ultimi decenni sono andati al governo del comune, ma con risultati piuttosto deludenti, tanto che l’amministrazione è caduta prima della fine della legislatura e alle successive elezioni ha perso.

Quelle primarie tradite dal Pd

Il motivo è questo: per individuare il candidato sindaco, due legislature or sono, il Pd organizzò le famose e tanto democratiche “primarie”, nelle quali ogni cittadini manzianese poteva indicare il candidato sindaco. Che bravi, che democratici, tutto il paese era ammirato e contento per essere stato coinvolto in una scelta di libertà. Bene, le primarie individuarono inequivocabilmente un candidato sindaco. Solo che non era quello che piaceva all’establishment del Pd locale. Anziché fare buon viso a cattivo gioco, il Pd manzianese semplicemente candidò a sindaco un’altra persona. Che vinse per 24 voti. Come è finita lo abbiamo già detto. La vicenda è gravissima, non solo dal punto di vista politico quanto da quello della democrazia e della credibilità. I dirigenti del Pd locali poi parlarono di “dolorosa necessità”, proprio come faceva il Politburo sovietico dei bei tempi andati. Ora è passato qualche anno, ma il Pd di Manziana, rispecchiando quello nazionale, ma in peggio, non è riuscito a trovare 12 persone più il sindaco per presentarsi con le proprie bandiere. Il tutto tra liti, dimissioni del segretario, spaccature, intervento dei dirigenti del Pd della vicina Bracciano, con cui ci sono strettissimi rapporti di ogni tipo. Il candidato sindaco di questa lista satellite del Pd è una persona assolutamente non inserita nel tessuto sociale e politico di Manziana, e non si capisce perché si sia preso questa briga. Di lui non si può parlare male perché nessuno lo conosce. Gli si può però dire che per cinque anni, ammesso che vinca, si troverebbe in tutto e per tutto sotto scacco del Pd. Contento lui…

Grillini a quattro stelle

Così come nessuno o quasi conosce il candidato sindaco di un movimento che si ispira ai grillini ma che a quanto pare non ha avuto il simbolo da Grillo. Così si chiama Manziana in Movimento e ha quattro stelle anziché cinque. Non è uno scherzo, è proprio così. Anche l’aspirante sindaco di questo movimento sarà persona degnissima, ma non ha mai fatto politica in precedenza a Manziana e non è molto conosciuto. Poi c’è la lista dell’amministrazione uscente, lista civica, della quale è inutile parlare perché il suo operato in questo quinquennio è sotto gli occhi di tutti. I cittadini possono giudicare ciò che ha fatto o ciò che non ha fatto. La quarta e ultima lista lista è stata creata da un ex assessore della giunta uscente, insoddisfatta per come andavano le cose nella casa comunale e ancora di più per come si stavano mettendo. Così, sentendosi soffocata nelle sue iniziative ha deciso liberamente di concorrere e di portare le sue proposte direttamente alla popolazione. E parliamo di programmi: i quattro testi sono quasi tutti sovrapponibili, oltre al fatto che quello dei “4stelle” è di più difficile comprensione rispetto agli altri, mentre quello della quarta lista sembra essere l’unico che affronta argomenti piccoli ma concreti, anziché promettere la luna e parlare dei massimi sistemi come fanno gli altri. L’ex assessore parla di buche nelle strade da riparare, di problemi dei pendolari, insomma affronta le tematiche che un’amministrazione di un paese di settemila abitanti deve affrontare. Come finirà? Mai come in questo caso a Manziana tutte le possibilità sono aperte: sono in molti nel paese a scommettere che certe operazioni non sono piaciute e che chi ne potrebbe giovare sarebbe proprio la lista uscente oppure la quarta. Staremo a vedere.

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