Ong, aveva ragione Zuccaro: primi indagati. “Sanno dove arrivano i migranti”

10 Mag 2017 10:07 - di Monica Pucci
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«Alla Procura di Trapani risulta che in qualche caso navi delle Ong hanno effettuato operazioni di soccorso senza informare la centrale della Guardia costiera». La rivelazione di Repubblica è clamorosa. Davanti ai componenti della commissione Difesa del Senato, il procuratore Ambrogio Cartosio ha confermato che esistono indagati tra i membri delle Ong, pur precisando che non si tratta di procedimenti a carico delle organizzazioni in quanto tali, ma delle singole persone fisiche, che non avrebbero seguito le procedure, chissà perché. 

Secondo Repubblica, Cartosio si sarebbe trincerato dietro il segreto istruttorio sul contenuto della sua indagine specificando però un punto importante: «La presenza delle navi delle Ong in un fazzoletto di mare potrebbe costituire, non da solo, ma con altri elementi, un elemento indiziario forte per dire che sono a conoscenza che in quel tratto di mare arriveranno imbarcazioni di migranti e dunque ipotizzare il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Soggetti a bordo delle navi sono evidentemente al corrente del luogo e del momento in cui arriveranno i migranti». 

Il sostituto procuratore Andrea Tarondo ha invece fatto riferimento a un episodio specifico, che proverebbe le complicità anche delle forze dell’ordine (si fa per dire…) libiche. «Due migranti algerini arrivati a Trapani il 28 marzo scorso hanno raccontato di essere saliti su un gommone in Libia scortati da un altro gommone con a bordo uomini in divisa con la scritta polizia. Dopo alcune miglia una nave della polizia libica avrebbe fermato le due barche sparando e ci sarebbe stata una lite in mare tra le due unità libiche. Probabilmente -scrive Repubblica – la nave che aveva fermato il gommone chiedeva soldi per lasciar passare i migranti scortati da un altro gommone della polizia evidentemente d’accordo con i trafficanti”.

Dunque, il pm di Catania, Zuccaro, aveva ragione, come ha confermato anche Cartosio, che ha avallato i suoi ragionamenti su possibili interessi mafiosi nei centri di accoglienza.

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