Milano, in carcere il branco che aveva pestato brutalmente due gay e un loro amico

10 Mag 2017 16:29 - di Redazione

In otto si erano accaniti contro due ragazzi gay e un loro amico all’uscita da una discoteca a Milano nella notte tra il 22 e il 23 gennaio. Un pestaggio violento e immotivato. Ora i componenti del branco sono finiti agli arresti: si tratta di due 15enni, quattro 17enni e due 19enni, ritenuti responsabili a vario titolo di lesioni personali gravissime e rapina. Gli arresti, tutti eseguiti nel quartiere milanese del Corvetto, giungono a coronamento di una complessa attività d’indagine condotta dai carabinieri: dalla ricostruzione dei fatti, i militari hanno accertato che il gruppo di giovanissimi, spinti anche da motivazioni omofobe, aveva dapprima ingiuriato e poi colpito i due amici, causando loro lesioni personali giudicate guaribili rispettivamente in 40 e 30 giorni e rapinando anche il più giovane dello smartphone e del portafogli. 

Tutto è accaduto nella notte tra il 22 e il 23 gennaio, all’uscita di un locale. I due ragazzi gay, in compagnia di un terzo amico, erano appena usciti dalla discoteca quando si sono imbattuti nel gruppo degli otto aggressori. Uno di questi, fingendo di essere stato urtato con una spallata, ha iniziato a insultare i tre amici. E ben presto il gruppo è passato ai fatti. Il più giovane dei tre ragazzi è stato colpito al volto con numerosi pugni e, una volta accasciatosi a terra, anche con calci e bottigliate alla testa fino a fargli perdere i sensi. Dalle mani, inoltre, gli sono stati strappati lo smartphone e il portafogli. L’amico 25enne, invece, è stato colpito con un pugno diretto al volto. Il terzo è riuscito a scampare al pestaggio rifugiandosi nella sua auto, da dove poi ha dato l’allarme, chiamando i soccorsi. Le indagini, avviate dai carabinieri e coordinate dalla procura del tribunale ordinario e da quella del tribunale per i minorenni di Milano, sono partite dall’acquisizione dei filmati delle telecamere presenti sul territorio e dai tabulati di traffico sul telefono rapinato, ceduto qualche giorno dopo i fatti ad un 30enne di origine marocchina. Proprio quest’ultimo ha fornito una dettagliata descrizione del venditore, che i militari hanno identificato in un 17enne della zona. E dai controlli effettuati nel locale notturno, oltre che dall’analisi delle immagini pubblicate sui social network, sono stati ricostruiti i suoi movimenti e le sue amicizie, identificando così anche gli altri aggressori.

Dalle indagini è emerso, tra l’altro, che poco prima del pestaggio, il branco di violenti aveva già insultato un altro gruppo di ragazzi, scampati all’aggressione grazie all’arrivo del taxi che poco prima avevano chiamato e a bordo del quale sono riusciti ad allontanarsi. Non solo, alcuni tra i minorenni arrestati avevano anche commesso una serie di rapine a danno di coetanei. 

 

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