Medici Usa mettono in dubbio i “rimedi della nonna”. Ma sbagliano…

15 Mag 2017 16:03 - di Redazione

Li chiamano “rimedi della nonna”, e hanno sempre funzionato, ma la passione degli “over 60” per approcci come il bagno ghiacciato per far scendere la febbre, il burro da mettere sulle ustioni per alleviare il dolore e la messa al bando dei latticini contro la diarrea, rischia di mettere in pericolo la salute dei nipoti di cui si prendono cura. Lo suggerisce una nuova ricerca presentata dall’americana Pediatric Academic Societies Meeting di San Francisco. Nel mirino dei ricercatori alcune pratiche un tempo considerate utili, ma i cui benefici sono stati smentiti dalla scienza. Sono molti i bimbi cresciuti dai nonni, che spesso se ne prendono cura per gran parte della giornata. Il team di Andrew Adesman, responsabile della Pediatria dello sviluppo al Cohen Children’s Medical Center di New Hyde Park (New York), ha presentato alcuni abstract di ricerche condotte su circa 800 nonni che allevano almeno un bimbo. “Il numero di bambini cresciuti principalmente dai nonni è aumentato – spiega l’esperto alla Cbs -. Come pediatri noi vogliamo che i bambini siano nelle mani migliori possibili e che la loro salute sia la migliore possibile, così i miti generazionali sono una delle aree cui ci siamo dedicati nell’occuparci del tema dei bambini allevati dai nonni”.

I medici ritengono superati certi metodi

In un questionario ai nonni sono stati sottoposti una serie di rimedi comuni, ma ormai superati dalla scienza. Alcuni benigni – evitare i latticini quanto un bimbo ha la diarrea non causa danni – altri particolarmente preoccupanti. Ad esempio, il 44% dei nonni si è detto convinto che i “bagni di ghiaccio siano un buon sistema per far scendere una febbre molto alta”. Ma oggi i medici sottolineano che possono causare ipotermia, e non a caso l’American Academy of Pediatrics raccomanda invece bagni tiepidi. Non solo, un quarto degli anziani non sa che il bebè dovrebbe dormire sulla schiena e non sullo stomaco, per evitare la sindrome da morte in culla. “Circa 20 anni fa si è scoperto che è molto più sicuro”, ricorda Adesman. Non saperlo può esporre a seri rischi. Ecco perché il medico raccomanda ai colleghi di avere un ruolo attivo nell’educare i nonni coinvolti in prima persona nella crescita dei nipoti. La ricerca, sottolinea l’esperto, non vuole sminuire o dileggiare il ruolo degli avi, anzi. Semplicemente si punta a metterli in guardia da falsi miti che possono compromettere il benessere dei loro amati bimbi.

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