Legge elettorale, lo “spariglio” del Cavaliere separa la Lega dal Pd

22 Mag 2017 12:21 - di Valerio Falerni

Se lo “spariglio” in politica è un’arte, non c’è dubbio alcuno che Silvio Berlusconi ne sia una sorta di Leonardo: non ha rivali. Proprio quando sembrava che la trappola del rosatellum realizzata dal Pd in complicità con Denis Verdini e con il tacito assenso di Matteo Salvini e di Beppe Grillo fosse pronta a scattare contro di lui, il Cavaliere ha spiazzato tutti facendo cadere nel piatto della trattativa le due paroline magiche che Renzi attendeva da tempo: elezioni anticipate.

Lo “spariglio” di Berlusconi: modello tedesco e urne in autunno

È bastato sussurrarle dalle colonne del Messaggero in abbinata al modello elettorale tedesco per capovolgere completamente la prospettiva: chi solo un paio di giorni fa non faceva mistero di puntare sulla proposta del Pd, grida oggi all’inciucio bis tra Berlusconi e Renzi. Anche Salvini, sebbene mostri di non stare a spaccare il capello in quattro sulle “tecnicalità” della legge elettorale: «Andiamo pure avanti. L’importante – assicura dai microfoni di Rtl 102.5 – è che gli italiani votino entro settembre. Saranno loro a scegliere».  L’ostentato fair-play rispetto allo “spariglio” di Berlusconi non gli impedisce tuttavia di lanciare segnali polemici in direzione dell’alleato-concorrente: «Berlusconi e Renzi propongono una legge proporzionale come in Germania, dove per altro i principali partiti di centro-destra e centro-sinistra governano insieme, dove vogliono arrivare?».

Salvini: «Va bene tutto, l’importante è votare»

Implicita la risposta: ad un nuovo patto del Nazareno. Un «minestrone», per Salvini. Come quello di Monti, che – aggiunge il leader della Lega – ha «partorito la legge Fornero, un aumento di debito pubblico, un aumento di pressione fiscale».  Mettono il broncio anche i verdiniani di Ala. Lo spariglio del Cavaliere li mette fuori gioco e magicamente, dopo aver fatto da stampella a Renzi con i voti del centrodestra, riscoprono il valore delle alleanze stipulate davanti ai cittadini. Lo mette bene in chiaro un ironico tweet di Massimo Parisi, capogruppo in commissione Affari costituzionali della Camera: «Il sistema tedesco è proporzionale e per 8 anni Merkel ha governato con grosse koalition. I famosi governi non eletti dai cittadini…».

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