La Digos ferma in tempo 2 fratelli tunisini: 2 lupi solitari inneggianti all’Isis (VIDEO)
Dopo Milano, Bari: stavolta però la prevenzione è riuscita ad evitare rischi e drammi. E più precisamente è stato un blitz della Dda barese è riuscito ad evitare che due fratelli tunisini, residenti a Foggia, armati fino ai denti e inneggianti all’Isis e ai suoi tagliagola, agissero spietatamente contro target sensibili di casa nostra. Contro cittadini italiani inermi destinati, in nome del credo stragista ispirato da Daesh, al massacro.
La Digos ferma due lupi solitari tunisini a Foggia
E allora, uno di loro è stato sottoposto a fermo per apologia di terrorismo e detenzione di armi. Al fratello, rintracciato a Padova, è stato notificato invece un decreto di espulsione. Dunque, l’operazione anti-terrorismo ha richiesto il coordinamento di ben tre strutture alle prese con l’indagine della Digos di Bari – in collaborazione con quelle di Foggia e Padova e sotto il coordinamento della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione (Ucigos) – mirata a stanare pericolosi lupi solitari pronti ad agire. Dunque, monitorati sul web – sui social in particolare – gli investigatori al lavoro sul caso hanno appurato che i due fratelli, sempre molto attivi online, via Facebook e attraverso altre chat erano in contatto con soggetti ad alto rischio, molto vicini all’estremismo islamico, con i quali condividevano anche sui social network post inneggianti all’Isis. All’odio del nemico occidentale. Al martirio johadista e alla strage di innocenti.
Inneggiavano all’Isis e al massacro di vittime innocenti
Non solo: dalle indagini della Digos è emerso che, abili nel destreggiarsi tra moderne tecnologie di monitoraggio del web, e particolarmente attento ai social network, specialmente uno dei due lupi solitari era impegnato molto attivamente in attività di propaganda dell’autoproclamato Stato Islamico, attività che lo hanno visto rpivlegiare su Facebook in particolare video e post di esaltazione delle azioni compiute dai miliziani agli ordini del Califfo. E ancora. da quanto emerso dalle indagini il tunisino inneggiante all’Isis era solito accompagnare viide e post propagandistici con l’immancabile didascalia: «Lo Stato Islamico sopravvivrà», anche a forza di azioni stragiste come quella compiuta dal connazionale Anis Amri, esaltato nei post del tunisino fermato dalla Digos. Il fratello, invece, altra possibile cellula dormiente, rintracciato a Foggia è stato individuato come firmatario e divulgatore di altri post e video filo-jihadisti: un altro seminatore di odio e di violenza sul web.