La “balla” colossale di Lucarelli: «I calciatori di sinistra in Italia sono penalizzati»

17 Mag 2017 14:43 - di Monica Pucci

Sei di sinistra? Non farai carriera, neanche nel calcio. La tesi, piuttosto ardita, è dell’ex calciatore del Livorno, Torino, Parma e del Napoli, Cristiano Lucarelli, che inun’intervista al giornale francese So Foot ripercorre la sua carriera. Oggi Lucarelli allena il Messina, in Lega Pro, ma rimpiange le occasioni perdute. Secondo lui, anche a causa della politica, nonostante si sappia, da sempre, che nel calcio italiano i tatuaggi del Che, le tifoserie rosse e gli allenatori comunisti e di sinistra (da Ulivieri, a Sarri, a Mondonico, a Mazzarri), tanto per fare qualche nome, siano sempre stati la maggioranza. 

Lucarelli: «Siamo un paese sottosviluppato»

Nell’intervista Lucarelli racconta la sua militanza politica, a suo avviso caratterizzata dall’ostracismo del mondo del pallone: «Essere comunista, nel calcio, non è un vantaggio. Per me di certo non lo è stato. Ma io sono così, e non sono neanche un attivista. Ho le mie idee, e questo è tutto. Nel calcio c’è sempre qualcuno che è interessato a quello che succede fuori dal campo. Questo è anormale. Essere normali, nel calcio, è anormale». Ai calciatori italiani, Lucarelli dà quasi dei dementi: «Non siamo un paese sviluppato mentalmente. O meglio, non lo siamo tanto da affrontare questo tipo di problemi in relazione al calcio. Ci siamo io e Zampagna, dichiaratamente a sinistra, ma ce ne sono tanti altri che preferiscono non esporsi per paura di essere penalizzati durante la loro carriera. L’Italia è un paese tradizionalmente di destra, anche se la Resistenza occupa una parte significativa della nostra storia. Le sfilate dei nazifascisti il 25 aprile? Io credo che tutti debbano vivere secondo i loro ideali, senza però offendere la sensibilità delle persone. È molto triste, certo, sarebbe meglio non toccare la memoria e la coscienza altrui».

Conta essere di sinistra o fare i gol?

Un vittimismo politico che fa quasi sorridere, in un Paese in cui, in tutti i settori della vita pubblica, se non sei di sinistra neanche ti fanno fare i colloqui di lavoro. Magari se avesse fatto più gol in carriera, invece di una media di dieci a stagione, quando gli è andata bene, quelle pregiudizialianti-comunisti sarebbero state meno forti….

 

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