G7, paura a Giardini Naxos per i black bloc. Il sindaco: «Viviamo barricati»

27 Mag 2017 10:56 - di Stefania Campitelli
black bloc

La gente ha paura, i negozianti hanno murato le serrande, il sindaco di Giardini Naxos, Pancrazio Lo Turco,  si augura di non risvegliarsi domenica mattina con la città semidistrutta. È questo il clima a poche ora dal corteo dei no global che sfileranno sul lungomare della splendida cittadina siciliana contro i potenti riuniti al G7 di Taormina. È un copione che si ripete sempre uguale con i black bloc sbarcati nell’isola da tutta Italia e dall’estero, sotto la regia dei più violenti centri sociali  di Palermo e Catania,  pronti  a conquistarsi le prime pagine della stampa sotto i riflettori del mondo. Da mesi la rete antagonista prepara la manifestazione a ridosso di Taormina, completamente off limits, e il tam tam sui social delle ultime ore non promette nulla di buono. La manifestazione, come sempre definita pacifica dagli organizzatori, potrebbe subire gli “agguati” dei black bloc, poco interessati ai temi del G7 e pronti a mettere a ferro e a fuoco il lungomare.

Giardini Naxos nella morsa dei black bloc

È forte il timore di disordini e scontri anche per le caratteristiche della città rivierasca: stradine, vicoli, strettoie che non consentono agilità di manovra alle forze dell’ordine. Pochi giorni fa il primo cittadino di Giardini Naxos, preoccupato per “l’incolumità fisica” dei negozianti, degli operatori turistici e dei residenti, ma anche dei numerosi turisti, con una lettera al premier Gentiloni, al ministro degli Interni, al prefetto di Messina e al Questore di Messina ha chiesto di non autorizzare la manifestazione dei no G7 (che prevede la partecipazione di 3000, 3500 persone secondo gli organizzatori)  o quanto meno di rivedere il percorso ipotizzato per il corteo con lo snodo sul lungomare. «Un asse strategico per la viabilità urbana (con relativi attraversamenti) – scrive il sindaco – ma di esigua larghezza stradale perimetrato da negozi e attività turistiche di interesse pubblico con su spazi pedonali demaniali». Ma non è servito.

La paura dei commercianti

Fino a poche ore fa i negozianti hanno lavorato per evitare gli “sfasci” annunciati dai manifesti che inneggiano agli «assalti alle vetrine dell’imperialismo». C’è chi ha chiuso le vetrine con delle lastre di legno colorate di gialle con la scritta “G7”, chi le ha addirittura murate con delle pareti esterne. Un commerciante si è fatto l’assocurazione contro i danni spendendo seicento euro. «Avevo chiesto di stipulare la polizza solo per un mese – racconta – ma mi è stato detto che non era possibile e quindi ho dovuto farla per un anno».

 

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