Fiamma Nera, la barca di Mussolini, finisce nell’inchiesta Mafia Capitale. Ecco perché
Dai cantieri tedeschi alle aule del processo intestato a Mafia Capitale: questa la parabola della Fiamma Nera, l’imbarcazione appartenuta a Benito Mussolini, rintracciata in Spagna, nel porto di Valencia, e ricondotta in Italia. Sottoposta a sequestro di prevenzione nell’ambito di una complessa indagine del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia capitolina, la leggendaria barca acquistata nel 1935 da Alessandro Parisi Nobile e data in omaggio al Duce, ha subito molte traversie e vissuto diverse rinascite: fino ad oggi.
Fiamma Nera, da Mussolini a Mafia Capitale…
Gli accertamenti economico-patrimoniali delle Fiamme Gialle della Compagnia di Fiumicino svolti nei confronti di un imprenditore di origini campane ma insediato da tempo nella Capitale, hanno permesso di delinearne la pericolosità sociale e la grande sproporzione tra i redditi dichiarati e l’elevato tenore di vita, frutto di una carriera criminale basata su ingenti evasioni fiscali, bancarotte fraudolente a catena e truffe. All’esito di questi accertamenti, il Tribunale Ordinario di Roma, Sezione Misure di Prevenzione, ha disposto il sequestro dell’immane patrimonio accumulato dal predetto imprenditore, valutato oltre 70 milioni di euro, anche se molti beni erano stati intestati a prestanome. Tra i beni sequestrati e affidati alla gestione dell’Amministratore Giudiziario nominato dal Tribunale, figurano alcuni immobili concessi in locazione alla cooperativa Domus Caritatis, legalmente rappresentata da Tiziano Zuccolo, nonché al consorzio di cooperative sociali Eriches 29 di Salvatore Buzzi, tra i principali indagati nella nota inchiesta Mafia Capitale, nonché alcuni vani di un castello, locali del Palazzo Noccioli a Fiumicino, diverse tenute, appartamenti, uffici, negozi e terreni ubicati a Roma, autovetture di lusso e la Konigin II, imbarcazione tedesca dei primi del ‘900, di mussoliniana memoria e di rilevante interesse storico ed in perfette condizioni di manutenzione.
La barca del Duce tra storia e leggenda
Dai cantieri tedeschi Abeking & Rasmussen alle aule del processo Mafia Capitale: in mezzo, decenni di storia e di leggenda culminate oggi nel naufragio della cronaca di Mafia Capitale. La Fiamma Nera, infatti, appartenuta a Benito Mussolini e ritrovata, a distanza di oltre 70 anni, nella disponibilità di un imprenditore al centro di indagini, investigazioni e riscontri odierni, fu affondata dal proprio armatore dopo l’8 settembre del ’43 nelle acque di Rapallo affinché non finisse in mano ai tedeschi. Quindi, caduto il regime, recuperata e restaurata ad opera del conte Sereni e rinominata Serenella, l’imbarcazione – dopo una serie di passaggi di mano e diversi cambi di nome – fu acquistata da una delle società oggi sottoposte a sequestro. Immane, insomma, il lavoro condotto dagli inquirenti per risalire e ricostruire storia, passaggi e trasferimenti della leggendaria imbarcazione a prestanome nullatenenti e personaggi nell’occhio del ciclone giudiziario. Per ricostruire la parabola di un pezzo di storia finita nella bieca cronaca giudiziaria…