Eutanasia dj Fabo, Cappato resta indagato: ma lui “tira dritto”
Eutanasia di dj Fabo, niente archiviazione per Marco Cappato. Il giudice per le indagini preliminari non è d’accordo con il pubblico ministero e il procedimento prosegue. Cappato incassa il colpo, ma ostenta indiffrenza. Così commenta l’rdinanza del giudice: «Rispetto la decisione del Gip: si tratta certamente di un tema molto rilevante e delicato, anche da un punto di vista giuridico». Però annuncia anche di voler “tirare dritto”. «Noi andiamo avanti a batterci per la vita, per i diritti delle persone malate e disabili e quindi anche per il rispetto della scelta di interrompere sofferenze insopportabili – ribadisce Cappato – Questo fine settimana saremo in 60 piazze in tutta Italia per chiedere che non ci siano rinvii per la legge sul testamento biologico».
Per Cappato, «l’approvazione alla Camera della legge sul testamento biologico con 326 favorevoli, 37 contrari e 4 astenuti, è una svolta verso il rispetto delle volontà dei pazienti e della dignità della persona. Questo primo risultato sarebbe stato impossibile senza il coraggio di coloro che hanno lottato pubblicamente per veder rispettate le proprie volontà, da Welby a Trentini, passando per Englaro, Nuvoli, Ravasin, Velati, Fanelli, Piludu, Fabo e tanti altri. Adesso è necessario impedire che sia vanificato il lavoro fin qui svolto».
Battersi per la «vita»? La mistificazione ideologica di Cappato è davvero glossolana. Battersi per il suicidio assistito vuol dire battersi per la morte. Non certo per la vita