Emanuele Morganti, sit in al tribunale di Frosinone per chiedere giustizia
Un sit in il 26 maggio, davanti al tribunale di Frosinone, alle 10,30 per chiedere giustizia per Emanuele Morganti. Pene certe, senza sconti, per i suoi aggressori. L’iniziativa nasce dal gruppo Facebook “Giustizia per Emanuele Morganti”, che riunisce in rete più di tremila persone. Molte di Alatri e Tecchiena ma anche semplici cittadini che, da altre parti d’Italia, seguono gli sviluppi delle indagini sul massacro del ventenne avvenuto fuori dal disco pub Mirò la notte del 24 marzo. Dallo stesso gruppo era già nata l’iniziativa di un pellegrinaggio silenzioso alla tomba del ragazzo a un mese dalla sua morte.
Va ricordato che sono otto, fino ad oggi, gli indagati per omicidio volontario: sono Paolo Palmisani e Mario Castagnacci, già rinchiusi a Regina Coeli. Franco Castagnacci, padre di Mario, i quattro buttafuori – Michael Ciotoli, Damiano Bruni, Manuel capoccetta, Xhemal Pjetri – e Michel Fortuna, di Frosinone, anche lui già in carcere perché si era reso irreperibile dopo l’omicidio.
E proprio per accertare le responsabilità di questi indagati, i quali si rimpallano la responsabilità del pestaggio, gli abiti di Emanuele saranno oggi analizzati, attraverso accertamenti che avranno valore di esame irripetibile, per scovare tracce biologiche dei suoi aggressori. La richiesta, come si legge su Ciociaria oggi, è stata avanzata dall’avvocato Pavia che assiste la famiglia Morganti. L’esame riguarderà anche un tubo di ferro e un manganello.
Lo scorso 6 maggio l’Istituto di istruzione superiore Sandro Pertini di Alatri, frequentato da Emanuele, ha organizzato una cerimonia per ricordare il ragazzo ucciso alla presenza dei familiari. La preside ha consegnato alla famiglia Morganti il diploma conseguito da Emanuele tra la commozione dei compagni di scuola. Alcune ragazze hanno portato rose bianche alla madre, mentre nell’auditorium risuonavamo le note della canzone “Vivere” di Vasco Rossi, cantautore amato da Emanuele.