È sempre l’Italia a trainare il lusso mondiale: 26 aziende nella top 100
Secondo il Global Power of Luxury Goods 2017 di Deloitte l’Italia è il Paese che vanta il maggior numero di aziende presenti nella top 100 delle società del lusso, che insieme generano un fatturato di 212 miliardi di dollari. Un mercato la cui crescita è guidata dai Paesi emergenti. In Cina, Russia e Emirati Arabi Uniti, la percentuale di consumatori che dichiara di aver incrementato la propria spesa in beni di lusso negli ultimi 5 anni è del 70%, contro il 53% dei mercati più maturi (Ue, Stati Uniti e Giappone). La ricerca di Deloitte mostra come la maggior parte dei consumatori intervistati effettui gli acquisti di beni di lusso ancora nel negozio fisico. Tuttavia cresce la percentuale di utenti che si affidano agli store online: sono i Millennial i consumatori più influenzati dal digitale, il 42%. “Anche nel 2017 viaggi e turismo sono la grande opportunità di crescita per il settore del lusso”, afferma Patrizia Arienti, Deloitte Emea Fashion Luxury Leader. “Quasi la metà degli acquisti in beni di lusso sono effettuati da consumatori in viaggio, sia in store esteri (31%), sia in aeroporto (16%). Ma il dato cresce fino al 60% tra i consumatori dei paesi emergenti, che in genere non hanno accesso alla stessa gamma di prodotti e brand che operano in mercati maggiormente consolidati nel settore Fashion Luxury: la prima leva d’acquisto resta la qualità del prodotto, con una crescente attenzione all’artigianalità”. Le vendite aggregate delle multinazionali del lusso che occupano le prime dieci posizioni della classifica stilata da Deloitte rappresentano quasi la metà del totale (48%). Luxottica è l’unica azienda italiana presente in Top Ten.
Le aziende italiane generano un fatturato di 212 miliardi di dollari
L’Italia ospita il maggior numero di aziende con il tasso di crescita composto (2013-2015) più elevato. Tra queste Marcolin Group e Valentino, assolute protagoniste della classifica. Complessivamente, le aziende italiane della Top 100 realizzano il 16% dei ricavi totali globali, e hanno fatto segnare un incremento di 9,3% sull’anno precedente. Un dato, quest’ultimo, significativamente migliore della media delle Top 100, pari al 6,8%. I dati medi, però, evidenziano anche delle caratteristiche strutturali non sempre favorevoli. Infatti, in termini di fatturato, il perimetro medio delle aziende italiane è pari a 1,3 miliardi di dollari. Per le realtà francesi, invece, il dato medio di riferimento – sempre in termini di fatturato – è di 5 miliardi di dollari. Negli Usa, questo valore è più basso (3 miliardi di dollari) ma è pur sempre più che doppio, evidenzia il rapporto, rispetto alle realtà battenti bandiera tricolore. E lo stesso vale nel raffronto con i gruppi svizzeri (anche in questo caso il dato medio sui ricavi si attesta poco sopra i 3 miliardi di dollari). Guardando alle categorie prodotto delle 100 aziende analizzate da Deloitte, si registra una crescita moderata per il settore dell’abbigliamento e delle calzature (4,4%), e per cosmetica e profumeria (6,5%, performance di poco sotto la media). Il 2015 è stato, invece, particolarmente positivo per il settore borse e accessori (13,4%) ma più difficile per il comparto orologi e gioielleria (2%).
(foto Gucci)