Consip, fuga di notizie e carte false. Il pm Woodcock rischia il trasferimento
“La vicenda è gravissima”: a Palazzo dei Marescialli, sede del Csm, è alta l’attenzione sull’inchiesta Consip, la fuga di notizie, la guerra tra la Procura di Roma e quella di Napoli. E sul sito del Mattino già si ipotizzano le conclusioni dell’intricata vicenda: “La prima commissione di palazzo dei Marescialli rivaluta la possibilità (esclusa lo scorso aprile dal comitato di presidenza) di aprire un’istruttoria per incompatibilità ambientale nei confronti di Henry John Woodcock. I dubbi riguardano la condotta colposa, l’unica di competenza della commissione”.
Woodcock è in una situazione molto imbarazzante anche per le dichiarazioni del capitano del Noe Scafarto, indagato per la falsa informativa su Tiziano Renzi. Nel corso di un’intercettazione Giampaolo Scafarto ha detto di temere che alla fine dovrà «pagare il conto per tanti». E fa nomi pesanti: il pm John Henry Woodcock, l’ex suo comandante Sergio De Caprio (al secolo Capitano Ultimo, ovvero il mitico ufficiale che arrestò Totò Riina e che nel frattempo è approdato al Noe), il generale dei carabinieri Vincenzo Paticchio (attuale comandante della legione Calabria). L’informativa contestata, in cui si parlava di 007 inesistenti nel seguire l’inchiesta, era stata dunque secondo Scafarto concordata proprio con Woodcock.
Sullo sfondo anche la rivalità tra la Procura di Roma e quella di Napoli e al centro il Noe dei carabinieri che avrebbe voluto perquisire l’abitazione del papà di Matteo Renzi, Tiziano. E’ il primo punto di attrito con la Procura di Roma (secondo la ricostruzione del quotidiano di Maurizio Belpietro La Verità) che non acconsentì alla perquisizione.