«Cervellotici e inservibili»: Confindustria boccia i nuovi voucher
Non piacciono a Confindustria i nuovi voucher su cui starebbe lavorando il governo, in vista dell’avvio della discussione parlamentare sulla manovrina di primavera. L’ipotesi di una carta ricaricabile, con cui le famiglie potranno pagare colf, badanti, giardinieri e baby sitter saltuari, e di contratti a chiamata “light”, con un tetto di 400 giorni in 3 anni per consentire alle imprese di attingere forza lavoro occasionale, infatti, «sarebbero un rimedio peggiore del male».
«Un rimedio peggiore del male»
«Se si deve ripristinare una disciplina sui lavori occasionali non si deve dimenticare l’obiettivo cui era destinato: dare uno strumento per facilitare l’emersione dal lavoro nero a giovanissimi, disoccupati e pensionati», ha spiegato il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, illustrando il malcontento delle imprese su quanto sembra profilarsi all’orizzonte. «Se invece si snatura questa mission, allora meglio niente. Non vorremmo un rimedio peggiore del male», ha ribadito il numero due degli industriali.
Sui voucher «eccessiva enfasi ideologica»
Nel mirino delle critiche non solo la “carta ricaricabile” destinata alle famiglie, «un’invenzione fantasiosa e una soluzione cervellotica di difficile fruizione», ma anche e soprattutto l’eventuale intervento sul contratto a chiamata. «Questo contratto deve il suo appeal all’agilità di impiego; appesantirlo, sopratutto sotto il profilo burocratico, vuole dire renderlo inutilizzabile», ha chiarito ancora Stirpe. «È inutile inventarsi soluzioni cervellotiche che non ottengono nessuno effetto. E ora sui voucher si sta davvero esagerando: è uno strumento che riguarda meno dell’1% delle ore lavorate su cui si carica un’eccessiva enfasi ideologica, soprattutto – ha concluso Stirpe – se paragonato ad altri problemi del mondo del lavoro».