Caccia senza fine al fantasma di Igor, prosegue la beffa del killer di Budrio

2 Mag 2017 17:40 - di Redazione

Prosegue, finora senza risultato alcuno, il secondo mese di caccia al killer Norbert Feher alias Igor Vaclavic autore dell’omicidio – la sera del 1 aprile scorso – del barista di Budrio Davide Fabbri e della guardia giurata Valerio Verri a Portomaggiore la settimana dopo.
Igor ovvero Feher è sospettato anche dell’omicidio di un metronotte nel ravennate avvenuto il 30 dicembre 2015.
Continuano, incessanti ma senza risultato, le ricerche che vedono un contingente di 1200 persone fra carabinieriforze speciali.

In campo, carabinieri del Tuscania, Cacciatori di Sardegna esperti nelle ricerche di sequestratori latitanti, i Cacciatori di Calabria, le Sos e le Api antiterrorismo che passano al setaccio un’area di 40 chilometri quadrati, con blitz mirati in casolari e cascine abbandonate. A cercare Igor anche i cani molecolari, gli unici che fiutano le tracce del killer fantasma. E proprio tracce trovate alla fine della settimana scorsa confortano gli investigatori sul fatto che Igor sarebbe ancora in zona.

Nella notte tra giovedì e venerdì – hanno confermato gli uomini delle Forze speciali – un raggio a infrarossi del fucile di uno dei cacciatori avrebbe localizzato il killer. L’avvistamento è durato il tempo di un secondo, poi il ricercato è tornato a essere un fantasma.

Si susseguono altre segnalazioni su Igor. L’ultima quella di sabato scorso quando un uomo si è precipitato dai carabinieri per dire che ha visto Feher di fronte a casa sua, tra San Giorgio e Bando, in provincia di Ferrara. E’ un punto che il 41enne Igor, in fuga da più di un mese, dovrebbe conoscere bene: proprio lì, in passato, avrebbe messo a segno una rapina.

Anche un pakistano ha sostenuto di aver incontrato Igor per strada, tra Marmorta e Consandolo. Ha raccontato che era trasandato e sporco di sangue.
Non si sa se gli allarmi sono davvero attendibili ma gli inquirenti sono piuttosto propensi a crederlo. L’uomo segnalato avrebbe la barba incolta e i capelli un po’ più lunghi di quanto visto nelle foto segnaletiche. E indosserebbe una maglia nera e pantaloni militari.

Stamattina ci sono stati nuovi controlli da parte delle forze dell’ordine proprio a Bando, nel territorio comunale di Argenta, luogo dell’ultimo avvistamento, a nord ovest del Parco Regionale del Delta del Po e dei campi ben pettinati dell’Argenta Golf Club.

Intanto i figli della guardia giurata ecologica volontaria morta, Valerio Verri, si sono rivolti all’avvocato di Ferrara, Fabio Anselmo, per avere giustizia.
«Siamo sempre più convinti che nostro padre e Marco Ravaglia (il collega di Verri sopravvissuto all’aggressione di Feher ma in ospedale, ndr) non avrebbero mai dovuto trovarsi in quei luoghi quel giorno. Se l’allarme è stato dato tempestivamente perché il servizio che svolgevano Marco e papà è stato interrotto solo dopo che sono stati attaccati dal killer?», si chiedono.

«Se sul telefonino delle guardie provinciali, nella chat comune, era stato dato l’allerta a tutti – proseguono -, occorreva aspettare che ci scappasse un altro morto per intervenire? Quel lavoro non era più sicuro, anzi era diventato pericolosissimo».

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