Amianto, ecco le sei raccomandazioni importanti per difendere la salute

8 Mag 2017 17:01 - di Redazione

Mascherine sul viso, niente frutta e verdura prodotta entro 5 chilometri dal rogo e indicazioni dettagliate per la pulizia di terrazzi e balconi. Sono alcune delle 6 raccomandazioni “importanti” diffuse dall’Osservatorio nazionale amianto (Ona), e rivolte ai cittadini, ma anche a chi esegue i controlli, dopo il rogo allo stabilimento della Eco X di Pomezia. Eccole: 1) Uso di maschere. Preferibilmente con Ffp3, specialmente per coloro che vivono nelle zone limitrofe. In base ai dati tecnici di illustrazione dei dispositivi disponibili, tali protezioni sembrano essere sufficienti; 2) Divieto assoluto di mangiare frutta e verdura prodotta entro i 5 km dal rogo, e attenzione e quindi misure igieniche per tutti gli altri prodotti. Non sempre il solo lavare la frutta può essere sufficiente (il fatto che c’è stato vento, e non la pioggia, potrebbe aver fatto disperdere le fibrille di amianto anche a distanze notevoli); 3) Pulire i terrazzi e balconi. La polvere depositata sui terrazzi e sui balconi potrebbe essere lavata con abbondante quantità d’acqua con sapone, tipo quello di Marsiglia; converrebbe non impiegare la candeggina per questa operazione di pulizia.

Gli effetti dell’amianto anche dopo 20-40 anni

4) Per quanto riguarda i pozzi. Se i pozzi sono chiusi con apposita copertura, non vi dovrebbero essere entrate quantità rilevanti delle polveri dei fumi dell’incendio tanto da rendere rischioso l’uso dell’acqua. Nel caso contrario, se i pozzi sono aperti, è assolutamente sconsigliato berne l’acqua, e sarebbe opportuno segnalare il rischio in modo adeguato. Ovviamente, chiuderli ora non basterebbe in quanto sono stati esposti a inquinamento almeno da 2 giorni. Potrebbero anche essere eseguiti accertamenti sui flussi dell’acqua per constatare se, eventualmente, i pozzi sono stati inquinati attraverso la falda; 5) Le istituzioni deputate ai controlli ambientali sarebbero tenute a monitorare le derive e gli spostamenti sia delle polveri di minerale (asbesto), sia dei composti nocivi che potrebbero essere stati generati dalla combustione di materiali organici in presenza del cloro (diossine), tenendo conto delle prevalenti direzioni dei venti. Questi favoriscono l’aero-dispersione dei veleni su aree più ampie; 6) Per quanto riguarda gli accertamenti – conclude l’Ona – è importante mettersi nella zona corretta per il prelievo dei campioni da testare, in quanto più lontano queste rilevazioni verranno fatte, meno veritieri potranno essere i risultati. Gli effetti dell’amianto possono manifestarsi “anche dopo 20-40 anni”, ricorda l’Ona.

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