«Ratzinger non si è dimesso per pressioni esterne»: parla l’amico cardinale

15 Apr 2017 13:19 - di Fulvio Carro

Joseph Ratzinger «è un uomo molto libero anche nelle sue decisioni. Ha maturato la decisione nella preghiera. Forse si è consigliato con qualcuno ma certamente non si è dimesso su pressioni esterne». Lo ha evidenziato il cardinale Christoph Schonborn, arcivescovo di Vienna, grande amico di Benedetto XVI alla vigilia dei 90 anni che il Pontefice emerito compirà domani con un piccolo festeggiamento bavarese il giorno di Pasquetta. «Papa Ratzinger è un uomo di stupenda e bellissima intelligenza. La sua forza però non è solo questa ma la semplice e umile amicizia con Gesù che traspira in ogni scritto e nelle sue tante belle omelie», ha detto il porporato in una intervista dal titolo Buon compleanno Benedetto realizzata a Vienna dal direttore dell’informazione di Tv2000, Lucio Brunelli, in onda domenica 16 aprile alle ore 19 su Tv2000.

Il racconto dell’amico cardinale di Ratzinger

«L’amicizia di Ratzinger con Gesù – ha proseguito il card. Schönborn – gli ha donato la libertà. È infatti un uomo molto libero che non può essere classificato come conservatore o progressista». L’ipotesi di un papato “allargato” non ha convinto per niente il card. Schönborn: «Il Papa emerito è il Papa emerito. E Papa Francesco è il Papa regnante. Su questo per Ratzinger non c’è stato mai un dubbio anche se si può discutere del modo di vivere questa situazione. Qualcuno nei giorni successivi alla rinuncia sostenne che Benedetto XVI sarebbe dovuto tornare allo status di cardinale. Questo non lo condivido perché se il vescovo di Roma rinuncia resta comunque vescovo emerito di Roma. E il vescovo di Roma è il Papa».

L’episodio personale

Schonborn ha raccontato anche un episodio personale: l’allora cardinale Ratzinger «aveva avuto un ictus nel settembre del 1991. Non fu un ictus grave e recuperò rapidamente. Ma a causa di questo non riuscì a venire alla mia ordinazione episcopale perché era in ospedale. Così mi scrisse una bellissima lettera e circa un mese dopo il 2 novembre la sua cara sorella Maria che era sempre con lui, fedelissima, umile, intelligente, santa donna, ebbe un ictus terribile mentre si trovava davanti alla tomba dei genitori. È morta lo stesso giorno. Eravamo molto commossi perché non sapevamo come Ratzinger avrebbe reagito alla morte della sorella. Il giorno dopo il Conclave quando il nostro caro professore e amico è entrato nella sala per la colazione di Santa Marta vestito di bianco ci ha salutati e gli ho detto: “Santo Padre ieri durante la sua elezione ho molto pensato a sua sorella Maria e mi sono chiesto se sua sorella avesse chiesto al Signore di prendere la sua vita e di lasciare quella di suo fratello”. Lui mi rispose: “Penso di sì”», ha raccontato il porporato. 

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