Punturine di sangue arricchito: c’è una nuova speranza per i calvi

8 Apr 2017 19:42 - di Redazione

La svolta non c’è ancora, ma i piccoli passi in avanti sono incessanti: la soluzione al problema della calvizie, che angoscia milioni di uomini nel mondo, è più vicina da quando è stata introdotta e sperimentata la terapia cellulare. A confermarne l’efficacia è il dermatologo Fabio Rinaldi, presidente dell’Ihrf (International Hair Research Foundation), unico tricologo italiano fra i medici “in cattedra” al 15esimo Congresso mondiale di medicina
estetica e anti-aging, Amwc, che si chiude oggi a Montecarlo. Nel corso del suo intervento, focalizzato sugli effetti clinici e biologici del Prp, il plasma ricco di piastrine, sui follicoli, Rinaldi ha ribadito gli effetti della terapia
cellulare: una tecnica che si basa sulla sospensione cellulare autologa (Scaut), dello stesso paziente, per combattere l’alopecia. “L’uso delle proprie cellule e dei fattori di crescita contenuti nelle cellule stesse – spiega Rinaldi, dermatologo esperto nel contrasto di patologie da caduta dei capelli – è alla base della terapia Prp, che è diventata ormai una cura consolidata ed efficace. La terapia cellulare rappresenta un ulteriore passo in avanti. La ricerca scientifica più
recente, infatti, ha dimostrato che una sospensione di cellule autologhe della pelle (primo strato dell’epidermide), trattate in modo da ottenere un’alta concentrazione di fattori di crescita dei cheratinociti e delle cellule staminali

I calvi iniziano a credere nel “superplasma”

Se il “superplasma” Prp promette di ottenere nell’80% dei casi la ricrescita di capelli e un aumento della loro
densità, affermandosi come un’arma validata anti-calvizie, per la terapia cellulare la percentuale di successo terapeutico (miglioramento della patologia tricologica, aumento del numero di capelli, diminuzione del grado di calvizie), valutata sul numero totale di pazienti trattati alla fine della fase sperimentale condotta dal team dello studio Rinaldi, ha raggiunto l’87,5% nei casi di alopecia androgenetica e il 61,6% in quelli di alopecia areata.
Per Rinaldi “la terapia cellulare e la sospensione autologa che ne è alla base è una delle espressioni più avanzate di medicina rigenerativa, utilizzabile per patologie sia dermatologiche che tricologiche, come vitiligine, alopecia androgenetica, alopecia areata, alopecia cicatriziale, cicatrici atrofiche e ulcere cutanee”.
La metodica, precisa l’esperto, “è particolarmente indicata quando si vuole ottenere un’attivazione di cellule della pelle e dei bulbi piliferi e, analogamente ai fattori di crescita contenuti nel Prp, la stimolazione con i fattori di crescita epidermici e delle cellule staminali epidermiche va a ‘riparare’ la mancanza di attività delle cellule affette dalla patologia”.

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