Per Erdogan i guai non finiscono mai: nuova autobomba al confine siriano
Per la Turchia i guai sembrano non finire mai: Erdogan deve affrontare ocntemporaneamente dei problemi gravissimi: dalle contestazioni interne sull’esito del referendum, insolfati prontamente dalla stampa europea, alle accuse che gli piovono addosso per il suo presunto appoggio ai foreign fighters europei che passano proprio dalla Turchia per andare a combattere con la jihad in Siria. E poi c’è la questione del sequetro dell’italiano Gabriele Del Grande, da 12 giorni prigioniero nelle galere turche. Il problema dei curdi, poi, Erdogan e la Turchia non l’hanno mai risolto, se non con la brutale repressione. E nelle ultime ore un’autobomba è esplosa nei pressi di un ospedale statale nella provincia di Sanliurfa, al confine con la Siria, nella Turchia sudorientale. Lo ha reso noto una fonte della sicurezza locale. Lo ha reso noto una fonte di sicurezza a condizione di anonimato all’agenzia di stampa Anadolu. In base alle prime informazioni, nell’esplosione ha perso la vita solo l’attentatore. Ancora non si conosce la matrice dell’ettentato, se curda, islamica o di criminalità comune. Intanto si apprende che sono tutte morte le 12 persone che si trovavano a bordo dell’elicottero della polizia turca precipitato ieri nella provincia di Tunceli, nell’est della Turchia. Lo ha riferito il sito del quotidiano Hurriyet, precisando che a bordo del velivolo viaggiavano un giudice, sette ufficiali di polizia, un sottufficiale – che erano in servizio durante il referendum costituzionale di domenica scorsa – e tre membri dell’equipaggio. Secondo una nota diffusa dall’ufficio del governatore locale, a causare l’incidente potrebbero essere state le pessime condizioni meteo ma non si escludono altre ipotesi.