Mondo di mezzo, chiesti 515 anni di carcere, 28 per Carminati
Ventotto anni di carcere per Massimo Carminati, ritenuto dalla Procura di Roma il capo e l’organizzatore dell’associazione mafiosa e 26 anni e 3 mesi per Salvatore Buzzi, il boss delle Cooperative di sinistra considerato ai vertici del “Mondo di mezzo” ma, secondo i pm, sottoposto dello stesso Carminati.
Non potevano che essere così le richieste di condanna al maxi-processo sul cosiddetto “Mondo di mezzo” che si sta svolgendo nell’aula bunker di Rebibbia di fronte alla X Sezione Penale del Tribunale di Roma presieduta dal giudice Rosanna Ianniello per i casi di corruzione al Comune di Roma. Diciannove anni e 6 mesi la richiesta per Luca Gramazio, ex-consigliere prima del Comune di Roma e poi della Regione Lazio, e 21 anni per Franco Panzironi, l’ex-democristiano catapultato sulla poltrona di Amministratore Delegato di Ama, la partecipata dei rifiuti del Comune di Roma.
In tutto sono 515 gli anni di carcere che la Procura di Roma chiede ai giudici della X Sezione Penale del Tribunale di Roma di comminare ai 46 imputati, diciannove dei quali, fra cui Massimo Carminati, Salvatore Buzzi, Franco Panzironi, Luca Gramazio, Riccardo Brugia e il manager di Enav Fabrizio Testa considerato la testa di ponte nel settore politico-istituzionale, sono accusati di associazione di stampo mafioso.
Due anni e mezzo, che si vanno a sommare ai 2 anni e 8 mesi patteggiati in precedenza per gli appalti della cooperativa bianca La Cascina e le relative tangenti li va a incassare Luca Odevaine, l’ex-vice capo di gabinetto di Walter Veltroni.
Nessuna assoluzione e niente attenuanti generiche chieste dalla Procura nei confronti degli imputati, fatta eccezione per Luca Odevaine per la ”collaborazione” che l’ex-componente del Tavolo del Viminale sull’immigrazione ha fornito.
Tra i politici, chiesti 4 anni e 6 mesi per l’ex-presidente dell’assemblea capitolina, il Pd Mirko Coratti, 4 anni per l’ex-consigliere di Forza Italia Giordano Tredicine e 4 anni per l’ex-consigliere Pd Pier Paolo Pedetti.
Ventuno anni di carcere la richiesta per il cosiddetto “spaccapollici” Matteo Calvio, 18 anni a Nadia Cerrito, segretaria di Salvatore Buzzi, 19 anni al commercialista di fiducia di Buzzi Paolo Di Ninno, 16 anni per Cristiano Guarnera e 18 anni per Agostino Gaglianone, considerati imprenditori collusi, 19 anni per Carlo Pucci, ex-dirigente dell’Ente Eur SpA, 19 anni per Carlo Maria Guarany, stretto collaboratore di Buzzi, 21 anni per Roberto Lacopo, gestore del distributore Agip di corso Francia dove si ritrovava a chiacchierare ogni tanto il gruppo, 18 anni e 6 mesi per Alessandra Garrone compagna e collaboratrice di Buzzi. Cinque anni di carcere la richiesta contro l’ex-Direttore generale di Ama, Giovanni Fiscon.
Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e i sostituti Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli, hanno impiegato quattro udienze per indicare le prove e le verifiche effettuate dai carabinieri del Ros che sono alla base delle loro richieste.
Parla di «karaoke della corruzione», in relazione alle intercettazioni ambientali e telefoniche disposte dai pm e raccolte dai Ros, nella sua requisitoria l’aggiunto Paolo Ielo sostenendo che alla base del castello accusatorio ci sono, appunto, quelle intercettazioni «vere e proprie confessioni» o che «rivelano reati commessi da altri». E aggiunge che «sono il cuore di questo processo» e che «hanno un valore di prova autonomo» ma sono sorrette da «ulteriori riscontri, anche quando non serviva».
Ironico e irriverente, Carminati esulta e alza le braccia al cielo, in videoconferenza dal carcere di Parma, quando Tescaroli chiede al Tribunale di dichiararlo “delinquente abituale”.
Dall’8 maggio tocca alle difese degli imputati. La più attesa è quella di Giosuè e Ippolita Naso, legali di Carminati, il 12 e il 13 giugno. Poi la sentenza che dovrebbe arrivare verso la prima metà di luglio.