Mogol, la moglie di Battisti e quelle frasi sibilline de “Il mio canto libero”

21 Apr 2017 16:59 - di Ignazio La Russa
Sono in vendita, notizia di oggi, i diritti delle canzoni di Lucio Battisti, detenuti dalla casa editrice “Acqua azzurra”. La lunga querelle tra il grande, immenso Mogol e la vedova di Battisti è probabilmente all’origine di questa decisione. Rinviata l’uscita dei CD rimasterizzati dell’immortale Lucio.

Insomma oggi non sembra proprio “LIBERO” il canto di Battisti in attesa di una nuova valorizzazione. 

E visto che torna di attualità, sarebbe bello soffermarsi sul testo controverso (ma forse non troppo recondito, a mio avviso) proprio de “Il mio canto libero”. Cosa lo ha ispirato? Giulio Repetti, in arte Mogol è stato sempre evasivo. Anche su frasi sibilline quali “la veste dei fantasmi del passato cadendo lascia il quadro immacolato ” o sul perché il canto “nasce in mezzo al pianto…” “in un mondo che non ci vuole più”. E a cosa si riferiva con “E vola sulle accuse della gente a tutti i suoi retaggi indifferente”.

Mi piacerebbe che Il Secolo d’Italia approfondisse la questione, magari pubblicando per intero il testo e aprendo una riflessione con i lettori. 

Io una idea un po’ nostalgica me la sono fatta…

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