Il giudice ferma Uber in Italia: accolto il ricorso dei tassisti
Il Tribunale di Roma ha ordinato il blocco dei servizi del gruppo Uber in Italia, accogliendo il ricorso dei tassisti. È un svolta decisiva nel braccio di ferro tra “auto bianche” e la multinazionale del trasporto rubano. Come spesso accade in Italia, dove non arrivano governo e Parlamento, ci pensa la magistratura. La decisione dei giudici è comunque destinata a scatenare un vespaio di polemiche. «Una decisione abnorme che riporta l’Italia al Medioevo»: questo il lapidario commento del Codacons . «Con il blocco dei servizi Uber tramite app l’Italia viene rispedita indietro di decenni, mentre tutti gli altri paesi vanno avanti e si adeguano alle nuove offerte del mercato – spiega il Codacons – A fare le spese di tale decisione saranno gli utenti, le cui possibilità di scelta saranno fortemente limitate, e che senza una reale concorrenza subiranno senza dubbio rincari delle tariffe per il trasporto non di linea».
«Invece di adeguare la normativa sui trasporti alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia, in modo da offrire garanzie e certezze a tutte le parti in causa, si sceglie di danneggiare i consumatori paralizzando il mercato e l’evoluzione – prosegue l’associazione – e il doverno avrebbe dovuto già da tempo varare norme per introdurre in Italia servizi come Uber e farli convivere con i taxi tradizionali, così come avviene nel resto del mondo».
Si tratta di una levata di scudi, quella del Codacons, che lascia un po’ perplessi. Una volta che una multinazinale come Uber dovesse diventare la padrona del mercato del trasporto urbano, potremmo dire addio alle tariffe basse per gli utenti. Quello che è diritto di concorrenza oggi, si trasforma facilmente in monopolio domani.