«Contatti tra scafisti e molte Ong». Parola del procuratore di Catania
Ong e sbarchi di migranti in Italia: finalmente qualcosa si muove dopo le perplessità avanzate dall’agenzia Frontex e le denunce sollevate da esponenti del centrodestra, Maurizio Gasparri, di Forza Italia, e il leghista Roberto Calderoli su tutti, culminate nell’avvio di un’inchiesta parlamentare condotta dalla commissione Difesa del Senato, cui si è aggiunto, buon ultimo, Beppe Grillo, ha fatto sentire la sua voce anche il procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro: «Abbiamo evidenze – ha spiegato il magistrato in un’intervista alla Stampa, ripresa anche dall’Huffington Post – che tra alcune Ong (Organizzazioni non governative, ndr) e i trafficanti di uomini che stanno in Libia ci sono contatti diretti, non sappiamo ancora se e come utilizzare processualmente queste informazioni ma sia abbastanza certi di ciò che diciamo; telefonate che partono dalla Libia verso alcune Ong, fari che illuminano la rotta verso le navi di queste organizzazioni, navi che all’improvviso staccano i transponder sono fatti accertati».
Trova conferma la denuncia di Gasparri sulle Ong
In un altro passaggio dell’intervista Zaccaro ha tenuto a precisare che i sospetti non riguardano Ong come Medici senza frontiere e Save the Children. «Su queste – ha spiegato – c’è davvero poco da dire, discorso diverso per altre come la maltese Moas o come le tedesche, che sono la maggior parte». Parole inequivocabili, che dovrebbero innanzitutto smuovere il governo ad agire risolutamente e far riflettere tanti filantropi, compresi i tanti in buona fede davvero convinti che i flussi migratori verso l’Italia siano esclusivamente il risultato di guerre e di carestie e non anche, come ha evidenziato Zuccaro, il frutto avvelenato di un immondo traffico di uomini e di bambini. Peggio di questo c’è solo la mafia.
E sugli sbarchi è polemica tra Saviano e Di Maio
L’attività di queste Ong citate dal procuratore dovrebbe far riflettere soprattutto anche Roberto Saviano, protagonista di una polemica via tweet con Luigi Di Maio, un altro folgorato dell’ultima ora come il suo capo Grillo, che aveva postato l’immagine di un barcone zeppo di migranti accompagnandola con parole che non sono piaciute allo scrittore: «Di Maio – ha infatti scritto l’autore di Gomorra – è il vicepresidente della Camera e non può parlare come un Salvini qualsiasi». Chissà se cambierà idea quando si accorgerà che, a sua volta, Salvini ha parlato anche come Zuccaro.