Catania, perquisizioni della Digos dopo le contestazioni a Salvini
Dopo l’ennesim aprova di disprezzo per la democrazia da parte di sinistra e centri sociali, che hanno ieri impedito una legittima manifestazione di Matteo Salvini ad Aci Castello, in provincia di Catania, agenti della Digos della questura di Catania hanno sequestrato 31 torce fumogene da stadio e tre barattoli fumogeni nel corso di diverse perquisizioni nelle abitazioni di due militanti antagonisti etnei. Il materiale esplodente doveva essere verosimilmente utilizzato durante il corteo di protesta organizzato ieri ad Aci Castello, nel catanese, contro il leader della Lega Matteo Salvini da un collettivo antagonista che si è sviluppato per le vie del centro cittadino, concludendosi sul lungomare Cristoforo Colombo. Ieri, però, l’intolleranza della sinistra aveva fatto annullare il comizio di Salvini fissato alle 19 in piazza, dirottato poi in una sala d’albergo. Per evitare “possibili tafferugli”, la manifestazione infatti non si è tenuta più in piazza ma in un hotel, lo Sheraton, sempre alle 19. Una decisione, spiega il segretario nazionale Angelo Attaguile, adottata insieme allo stesso Salvini “al fine di scongiurare possibili tafferugli o comunque azioni di disturbo alla tranquillità delle migliaia di persone che pacificamente giungeranno per ascoltare l’intervento”. Si è svolta regolarmente invece, la conferenza stampa delle 10.15 nei locali di Catania della segreteria regionale di Noi con Salvini. “Il nostro obiettivo – aggiunge Attaguile – è semplicemente far conoscere alla gente il nostro messaggio politico, un progetto concreto rivolto al cambiamento della Sicilia e in generale dell’Italia. Questo a differenza di chi invece è stato autorizzato a contromanifestare, ponendosi il solo fine d’impedirci con la violenza di esprimere liberamente le nostre idee. Per una questione di maggiore sicurezza, quindi, abbiamo deciso di spostare la nostra manifestazione, che prevede la partecipazione di migliaia di persone, in un luogo chiuso, allo Sheraton, anche se avremmo preferito tenerla in piazza dove era previsto l’arrivo di oltre cinquemila partecipanti”.
Anche il Pd aveva promesso “degna accoglienza” a Salvini
Ma non sono solo i centro sociali a minacciare Salvini. “Leggiamo che a Catania qualche individuo, magari appartenente a qualche centro sociale, sia pronto a contestare l’arrivo in città del leader della Lega il prossimo 20 aprile. Anche a Messina uno dei rappresentanti del Pd di Renzi-Faraone sul posto, tale Alessandro Russo, su facebook scrive di essere impaziente di accogliere “degnamente” Salvini, che sarà nella città dello Stretto sempre lo stesso giorno. E giù commenti su come organizzare la contestazione al leader della Lega. Pd e centri sociali quindi. Rinnovano un film già visto: quello del Pci e delle Brigate Rosse, sembrano due parti nella stessa commedia”. Così il deputato Alessandro Pagano della Lega-Noi con Salvini, coordinatore Sicilia occidentale. “Quelli del Partito democratico dunque tirano la pietra e nascondono la mano, pronti a giustificare i compagni che sbagliano e avendo, allo stesso tempo, una strana concezione della democrazia: tutti liberi di parlare tranne chi non la pensa come loro. Senza dimenticare – prosegue Pagano – quanto è avvenuto solo poche settimane fa a Napoli, con De Magistris agitatore delle piazze, fomentatore delle tensioni e gli scontri susseguenti che ci sono stati tra teppisti e forze dell’ordine”.