Biotestamento, passa l’obiezione di coscienza: il medico potrà astenersi
L’obiezione di coscienza varrà, di fatto, anche per il testamento biologico. Alla Camera è passato l’emendamento che consente al medico di rifiutarsi di “staccare la spina” della macchina che tiene in vita il paziente che ha deciso di rinunciare alle terapie. La modifica, presentata dalla Commissione Affari sociali, è stata approvata con 281 voti a favore, 120 contrari e 10 astenuti.
L’obiezione di coscienza rompe l’asse Pd-M5s
Dal punto di vista politico, il sì all’emendamento segna la rottura dell’asse Pd-M5s, che aveva connotato l’iter della legge finora. Il testo, infatti, è stato votato da un fronte trasversale che va dal Pd a Fratelli d’Italia, dalla Lega a una parte maggioritaria di Forza Italia, passando per Udc, Ap e Democrazia solidale-Centro democratico. Il M5s, invece, ha votato contro, così come Articolo 1-Mdp, proprio in opposizione alla possibilità dell’obiezione di coscienza.
Sul biotestamento il medico può dire «mi astengo»
Nel testo si legge che «il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente di rifiutare il trattamento sanitario o di rinunciare al medesimo e, in conseguenza di ciò, è esente da responsabilità civile o penale», ma anche che «il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico assistenziali». «Con questa norma, se il medico ritiene che una certa decisione vada contro le sue convinzioni, allora il medico può dire “mi astengo” e, come stabilisce il codice deontologico, deve continuare a farsi carico delle cure del paziente, fino a che non arrivi un collega a sostituirlo», ha spiegato la relatrice Donata Lenzi del Pd, aggiungendo che «non possiamo puntare il fucile alla tempia del medico e imporgli di staccare il paziente dalla macchina».