Acea, lottizzazione a Cinque Stelle: spartizione grillina degna della Dc

2 Apr 2017 11:35 - di Mariano Folgori

E’ bello tuonare contro la “casta”. Ma è ancora più bello, una volta arrivati ai posti di comando, spartirsi il potere  come ai tempi della vecchia Dc. E’ quanto sta accadendo a Roma, con il rinnovo della cariche ai vertici dell’Acea. Per chi non lo sapesse, l’Acea è un grande centro di potere romano e ai grillini fa  evidentemente gola, alla faccia del principio dell'”uno vale uno”. Stavolta il mini-direttorio romano non ha lasciato campo libero alla Raggi, imponendo la ripartizione delle nomine secondo il più classico dei sistemi correntizi: il Manuale Cencelli. Non sono neanche da un anno al potere in Campidoglio, ma non c’è dubbio che i seguaci di Beppe Grillo abbiano fatto in fretta ad apprendere la tecnica  democristiana di gestione  del potere.

Ad aprire la lista dei rappresentanti di Roma Capitale – si legge su la Repubblica–  è “l’ingegner Stefano Donnarumma, direttore Rete di A2A e un trascorso alla guida di Acea Distribuzione: il suo nome è stato caldeggiato dai consiglieri comunali su proposta del presidente dell’Aula Marcello De Vito, pupillo della deputata Roberta Lombardi, e ha subito ricevuto l’ok di Davide Casaleggio. L’ad sarà lui” .

“Alla presidenza  – si legge sempre su quotidiano diretto da Mario Calabresi –   andrà l’avvocato genovese Luca Lanzalone, che per conto della giunta Raggi ha condotto la trattativa con la Roma Calcio sul nuovo stadio a Tor di Valle: a imporlo è stata la sindaca in persona, che ha così risolto il problema della sua parcella, visto che per vari motivi, di budget e burocratici, non era stato possibile inquadrarlo come consulente di Palazzo Senatorio. Anche a costo di litigare con Massimo Colomban, l’autorevole assessore alle Partecipate, che gli avrebbe preferito l’ingegner Giorgio Simioni, suo braccio destro in Campidoglio, già assunto in Acea come consulente al ragguardevole stipendio di 240mila euro l’anno”.

Colomban però non è rimasto a bocca asciutta. “Un posto in cda lo ha strappato lo stesso. Tra i consiglieri ci sarà infatti la sua quasi compaesana Gabriella Chiellino, 48 anni, da Conegliano Veneto: laureata in Scienze Ambientali all’Università Cà Foscari di Venezia, dove poi è rimasta come docente a contratto, ha fondato nel 2003 la società di consulenza e progettazione eAmbiente srl e nel 2010 la eEnergia, specializzata in risparmio energetico nei processi produttivi e terziario”.

Da Genova, sponsor Beppe Grillo, “arriva invece Liliana Godino, già responsabile acquisti di Grandi Navi Veloci e ora dirigente di un’altra grande azienda del settore”. “Infine, visto che serviva una terza donna per rispettare le quote rosa e i grillini faticavano a trovarla, l’amministratore delegato in pectore ne ha indicato in extremis una ‘sua’: l’avvocata Michaela Castelli, classe 1970, e una sfilza di incarichi”.

Insomma, scene da Prima Repubblica. Con lo sfondo, però, di una capitale in rovina e di un Paese a brandelli.

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