Taxi, è un incubo: nuovo sciopero nazionale indetto per il 23 marzo

13 Mar 2017 20:11 - di Redazione

Uno sciopero nazionale dei tassisti è stato proclamato per giovedì 23 marzo. “Un servizio che quotidianamente, tra mille difficoltà, garantisce un diritto essenziale per l’utenza, come quella alla mobilità, non può essere abbandonato alle mire speculative di grossi gruppi economici e devastato dall’abusivismo”, sottolineano in una nota FIt Cisl taxi, Uil Trasporti taxi, Ugl taxi, Federtaxi Cisal, Usb taxi, in relazione alla proclamazione del fermo nazionale di categoria, indetto insieme a Uti, Unica Cgil, Unimpresa. “Ancora una volta siamo stati umiliati: il governo non è stato in grado di fornire alcun tipo di risposta a delle semplici domande, nascondendosi dietro la sovranità del parlamento. Sovranità però” – prosegue la nota – “puntualmente calpestata quando si è trattato di salvare banche, grossi gruppi o interessi particolari. Nonostante la volontà di dialogo già manifestata un anno fa, con la revoca di uno sciopero e la promessa di apertura di un tavolo di confronto mai mantenuta, dopo il colpo di mano notturno fatto in Senato, davanti ad una nuova disponibilità relativa alla rivisitazione delle norme che disciplinano il settore, il Governo non può dare rassicurazioni sulle decine di emendamenti piovuti sul Ddl concorrenza, nel quale è inserita la delega con cui riformare il comparto”. “Proclamiamo dunque un fermo nazionale di categoria per il giorno 23 marzo -conclude la nota – per difendere la dignità di migliaia di operatori, stanchi di vuote e inutili promesse”. “I tassisti sono liberi di scioperare nel rispetto della legge, ossia rispettando i 10 giorni di preavviso. Sciopero legale, quindi, ma incomprensibile. Ci sfuggono, infatti, le ragioni della protesta, visto che loro, almeno, sono stati ricevuti al ministero, a differenza di chi, come noi, rappresenta gli utenti”. Lo dice Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Invitiamo, comunque, il ministro dei Trasporti Delrio a convocare tutte le parti interessate alla riforma: taxi, Ncc, servizi tecnologici per la mobilità e associazioni di consumatori”, conclude Dona.

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