Riecco la Kyenge, si risveglia e attacca Salvini: “Incita all’odio”
Menomale che almeno gli ha riconosciuto il diritto di parlare: dall’alto del pulpito del Lingotto, intervenendo dal palco Cecile Kyenge torna a centrare nel suo mirino polemico un esponente leghista: e dopo l’infausto caso della bufera scatenata da e contro Calderoli, oggi tocca a Matteo Salvini difendersi dal ciclico attacco frontale sferrato dall’ex ministro del governo Letta.
La Kyenge torna ad attaccare la Lega e Salvini
“Salvini ha il diritto di presentare la sua proposta dove e come vuole, ma noi abbiamo il dovere di chiamarla con il suo nome: istigazione all’odio”, tuona la Kyenge tornata sotto i riflettori grazie al Lingotto. “Li andremo a prendere casa per casa, dice Salvini. Sono parole che hanno un significato nella storia europea”, sottolinea l’ex ministra che con la Lega ha un conto perennemente aperto e che, con precisione entomologica e abile estrapolazione ad hoc di una frase presa dal contesto di un ampio discorso, torna a tuonare contro la Lega e il suo leader. Del resto, come noto, Cecile Kyenge parla e attacca con precisione balistica, forte di quanto accaduto in analoghi casi precedenti. Come quello, noto a tutti, che l’ha vista protagonista dell’invettiva contro il Carroccio, definito “razzista”, e per cui la Lega Nord l’ha querelata, mentre un giudice romano l’ha salvata dalla denuncia presentata dal partito offeso, ma archiviata dalla magistratura.
La bagarre (ancora in corso) di e contro Calderoli
Una decisione per cui, come riportava appena qualche settimana fa il sito del Giornale, “dire che la Lega Nord è razzista non è diffamazione”. “Per il giudice – prosegue infatti il quotidiano milanese – la frase si riferiva a vicende specifiche e per questo la Kyenge si limitò a rimarcare la necessità di sanzioni per i partiti o gruppi politici che si facessero portavoce di discorsi a contenuto razzista, chiarendo espressamente che intendeva riferirsi, non solo alla Lega Nord, ma a tutti i partiti”. Uno a zero e palla al centro. Nel caso della bagarre sollevata dall’uscita di Roberto Calderoli, infatti, che aveva definito l’allora ministra dell’esecutivo Letta “un orango”, la diatriba giudiziaria risulta ancora in corso e in attesa di un verdetto. Come riporta, allora, sempre il sito del Giornale, “per la vicenda l’attuale vicepresidente del Senato è ancora in attesa di sentenza della Corte costituzionale, che deve valutare se può godere di immunità parlamentare”. In questa diatriba, dunque, interverrà con una marcatura ad uomo Matteo Salvini, in risposta all’offensiva da fondo campo sferrata dalla Kyenge? Si attendono aggiornamenti….