Padova, paura al liceo: un genitore minaccia di morte una professoressa

9 Mar 2017 14:00 - di Redazione

Professoressa minacciata di morte dal genitore di un’alunna che non va bene a scuola. Il caso, raccontato dal Mattino di Padova, è avvenuto in un liceo durante l’ora di colloquio della docente. Vittima è stata una professoressa di materie umanistiche, che spaventata, subito dopo l’accaduto si è sfogata nella sua pagina Facebook: «Oggi ci mancava solo il genitore di un’alunna che ti minaccia di morte», ha scritto la docente. «Genitore …. parvenu, pronto a fare strage di noi insegnanti e a tirare fuori il coltello. Mai successo in 30 anni d’insegnamento». 

La professoressa e il genitore infuriato

Come riporta il Mattino di Padova, l’uomo si è recato nella sede del liceo, martedì mattina. Aveva appuntamento con la professoressa per parlare della figlia, che pare non vada molto bene a scuola. La ragazza avrebbe parecchie materie insufficienti. In ogni caso genitore e insegnanti si sono seduti a colloquio per cercare di vedere come poter risolvere la questione. Ma dopo pochi minuti di colloquio, la conversazione si è accesa. I toni si sono alzati e il genitore dell’alunna, che frequenta l’ultimo anno, ha minacciato in maniera molto pesante la docente. «Io non gli ho detto che avremmo bocciato la figlia, anzi gli dicevo che avremmo cercato di aiutarla, ma lui non sentiva ragioni. Si è infuriato e ha cominciato a gridare: “Tiro fuori il coltello e faccio una strage”. Io ero terrorizzata, ma per fortuna dopo poco se n’è andato», racconta la professoressa che ora teme addirittura per la propria incolumità.

«Si sentono discriminati perché sono stranieri»

«Verrà sporta denuncia nei confronti di questo genitore, ma non la sporgerò io da sola, ho paura, lo farà la scuola», continua a raccontare la professoressa al Mattino di Padova. «Non è la prima volta che abbiamo problemi con i genitori di questa ragazza. Già l’anno scorso la madre si era presentata a scuola minacciando gli insegnanti, seppur in maniera molto più velata. Si sentono discriminati perché sono stranieri ma in realtà sono persone perfettamente integrate, che hanno un lavoro e che si sono anche arricchite in Italia». Dall’altra parte l’istituto tende a minimizzare l’accaduto. 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *