Olanda al voto: occhi puntati sul Partito della Libertà di Wilders
Meno quattro al voto in Olanda (si voterà il 15 marzo), che apre la stagione di una serie di cruciali elezioni in Europa. Tutti gli occhi sono puntati su questo piccolo Paese di 17 milioni di abitanti, che rischia di eleggere un parlamento frammentato dove la prima forza politica potrebbe essere il partito populista anti immigrati di Geert Wilders, che si definisce soprattutto per il suo ammonimento contro quella che considera una invasione islamica. E non è un caso che in questa clima, dove uno dei temi centrali del voto è il rapporto fra integrazione dei migranti e identità olandese, sia maturato lo scontro diplomatico con Ankara per il divieto di atterraggio al ministro degli Esteri Mevut Casuvoglu, che voleva tenere questa sera un comizio per gli immigrati turchi a Rotterdam in vista del referendum costituzionale in Turchia. Wilders ha già cavalcato nei giorni scorsi la vicenda, con una manifestazione davanti all’ambasciata turca, e il governo in carica di Mark Rutte non ha voluto correre il rischio di perdere voti autorizzando il comizio. Sono 28 i partiti in lizza per i 150 seggi del parlamento olandese, che viene eletto con un sistema proporzionale puro. Secondo i sondaggi, ne entreranno in parlamento 14, otto dei quali con almeno dieci deputati. In questo scenario si prevede che serviranno almeno quattro o cinque partiti per formare una coalizione di governo. Wilders, anche se dovesse arrivare primo, rimarrà quasi certamente fuori dall’esecutivo dato che gli altri leader escludono ogni collaborazione con lui. Ma intanto i temi cari a Wilders dell’identità nazionale, l’immigrazione e l’integrazione, soprattutto per quanto riguarda l’Islam, sono al centro del dibattito e potrebbero pesare sul voto dell’alto numero di indecisi. In questo Paese il 22 % degli abitanti ha un’origine straniera. Simbolo dell’integrazione riuscita è il sindaco laburista di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb, di origine marocchina.
Wilders potrebbe superare il 15 per cento
Ma non mancano le tensioni fra la cultura libertaria e intrisa di etica protestante degli olandesi e una parte degli immigrati di religione musulmana. Senza dimenticare che nel 2004 un estremista islamico ha assassinato ad Amsterdam il regista Theo vanGogh, autore del documentario anti Islam Submission realizzato assieme alla somala-olandese Ayaan Hirsi Ali. Il primo ministro Mark Rutte del partito liberale (Vvd), che aspira ad un nuovo mandato, ha giù avvertito che chi non abbraccia i valori olandesi “se ne deve andare”. La stessa linea identitaria è stata adottata da Sybrand Buma del partito cristiano democratico (Cda) all’opposizione, che cerca di accreditarsi come alternativa più autorevole per l’elettorato di Wilders. La crescita del partito di Wilders, che potrebbe arrivare al 16-17%, si accompagna ad un crollo della fiducia nei partiti tradizionali, malgrado i buoni risultati economici di questo Paese con invidiabili servizi sociali. Basti pensare che il tasso di disoccupazione è del 5,3 %, il reddito medio annuale di 39.956 euro e la crescita economica del 2,3%. Alla guida del Paese dal 2010, Rutte governa assieme al partito laburista (PvdA). È però difficile che questa formazione possa essere replicata, date le previsioni di caduta dei consensi di entrambi i partiti. Rutte, il cui partito è indicato al 14%, potrebbe avere un terzo mandato, ma probabilmente dovrà allearsi con i cristiano democratici (CdA), i liberali di sinistra (D66) e qualche altro partito. Oppure potrà guidare una coalizione di minoranza. A sinistra sale intanto la stella del partito Verdi- Sinistra (Gl) di Jesse Klaver, il cui padre è di origine marocchina e la madre è olandese-indonesiana. Il Gl potrebbe arrivare all’11% superando i laburisti del PvdA, finora al governo e accreditati all’8%, e il Partito socialista (Sp) indicato al 9%. Al momento una coalizione che unisca queste tre forze a partiti di centro non sembra avere i numeri necessari. Fra gli altri partiti su cui è puntata l’attenzione, c’è 50plus, nuova formazione che vuole difendere i diritti dei pensionati ed è l’unica a non scartare a priori un’alleanza con Wilders. E il partito Denk (pensa) che vuole rappresentare i musulmani. Il nuovo parlamento olandese rischia di essere più diviso del precedente e per la formazione del nuovo governo potrebbe volerci diversi mesi. In questo quadro un ruolo importante per mantenere gli equilibri spetterà al sovrano Guglielmo Alessandro, salito al trono nel 2013, che dovrà scegliere a chi affidare l’incarico di primo ministro.