Meloni: «Silvio, se vuoi vincere trova una sintesi e accetta le primarie»
«Silvio, se vogliamo vincere, dobbiamo trovare le sintesi»: è l’input che Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, lancia al Cavaliere dalle colonne del Tempo, nel corso di un’intervista a tutto campo. Berlusconi, che da un lato ritiene ” imprescindibile” l’alleanza con FdI e Lega, d’altro lato non retrocede dal no alle primrarie e e dall’addio all’euro. Allora la via per stare insieme è una sola: «L’unico modo è continuare a discutere e trovare una sintesi che vada bene per tutti e che, soprattutto, sia credibile. A Berlusconi vorrei dire che non ha senso sostenere di voler fare un’alleanza per poi rifiutare qualsiasi mediazione con gli alleati». Parola d’ordine, dunque, mediazione. «Non vorrei – puntualizza – che le chiusure che stanno arrivando nascondessero la volontà di sperimentare altre opzioni politiche. Si fa di tutto per aumentare le distanze quando invece ci sarebbero ampi margini per unirsi e per vincere le elezioni. Distanze che, dal punto di vista programmatico, non sono certo così enormi». Per esempio sull’Europa: di certo, «non condividiamo il rapporto di Forza Italia con l’establishment continentale. Tuttavia – è il ragionamento della Meloni – mi chiedo: Berlusconi è consapevole che quando parla di circolazione di doppia moneta descrive una situazione che è praticamente l’anticamera dell’addio all’euro?».
Meloni: «Silvio, accetta le primarie»
Altro nodo politico che sembra descrivere una divaricazione sono le primarie. In realtà, fa notare la leader di FdI, Berlusconi cade in contraddizione: «Berlusconi ha sempre detto che andavano regolate per legge. Noi abbiamo presentato una proposta di legge che va proprio in quel senso, eppure lui continua a non voler dare la voce agli elettori». Il Cavaliere sostiene infatti che le primarie vadano fatte il giorno delle elezione stesso: chi prede più voti è il leader. In realtà, spiega la Meloni, il clima che si respirerebbe all’interno della coalizione cambierebbe di molto: celebrarle il giorno delle elezioni significherebbe farsi la guerra tra alleati per accaparrarsi ognuno un voto in più», quando invece le primarie non devono essere vissute come un incubo, ma devono «consentire di iniziare in anticipo la campagna elettorale, dimostrando agli elettori che esiste una classe dirigente di centrodestra in grado di gestire la nazione».
«Se vincesse la Le Pen, sarebe la rinascita dell’Europa»
Poi il tema del partito unico: «Alt – dice la Meloni – non ho mai parlato di partitto unico, il mio ragionamento è un altro». Poiché esiste una maggioranza disponibile a votare un programma sovranista, «ho ipotizzato di sperimentare una lista unica in una realtà come quella di Genova. Se poi il discorso dovesse andare bene, allora il discorso potrebbe essere affrontato in modo più approfondito». Una lista unitaria non deve solo vincere – spiega la Meloni – deve anche governare». Quindi niente ammucchiate, ma patti chiari sui programmi. «Il listone unico può portarci al 40%». Lista unitaria sì, partito unico no. Discorso chiarissimo. Si volta pagina e si parla di Roma: Che ne pensa dei primi mesi dell’esperienza Raggi? «Esperienza mai iniziata. E non ha neanche l’umltà di chiedere scusa». Da Roma a Parigi. Ha chance Marine Le Pen di diventare presidente della Francia? «In passato l’alleanza dell’arco costituzionale contro il Fn ha sempre funzionato. Stavolta non ne sono così certa». E se vincesse…. «Sarebbe la fine di questa Unione Europea e la rinascita dell’Europa».