Libia, un pasticcio targato Onu e Ue: ormai è guerra civile senza quartiere
Un jet dell’autoproclamato esercito nazionale libico è stato abbattuto mentre stava conducendo raid contro postazioni jihadiste a Bengasi, nella Libia orientale. Lo ha detto il portavoce dei lealisti del generale Khalifa Haftar, Mohammad Ghunem, spiegando che ”un MiG-21 è stato abbattuto da un missile. L’aereo, colpito da gruppi terroristici, è precipitato nel distretto di Suq al-Hut, ma il suo pilota è sopravvissuto”. Ghunem ha aggiunto che il jet è stato colpito mentre stava conducendo un raid contro l’ultimo bastione di “estremisti” nel distretto di al-Saberi. Il pilota, Adel Abdullah Bushisha, è stato in grado di lanciarsi dal paracadute nella zona orientale della città, ha detto. Intanto anche la capitale libica Tripoli è di nuovo teatro di scontri dopo che ieri era stato annunciato un accordo per il cessate tra le forze fedeli al Consiglio presidenziale guidato da Fayez al-Serraj e combattenti rivali. Secondo fonti citate dall’emittente al-Arabiya, alcuni miliziani armati hanno sparato contro i manifestanti che si erano riuniti in Piazza dei Martiri nel centro di Tripoli.
Non tiene in Libia il cessate il fuoco voluto dall’Onu
L’accordo era stato annunciato ieri dopo colloqui tra i rappresentanti del governo sostenuto dalle Nazioni Unite e i capi delle fazioni armate a Tripoli e della città di Misurata, nella Libia occidentale. Prevedeva il rilascio dei detenuti dalle carceri governative a partire da lunedì e il ritiro delle milizie dalla capitale entro 30 giorni. Ma poche ore dopo il Battaglione dei rivoluzionari di Tripoli, potente milizia libica, ha annunciato di non accettarne i termini. Gli scontri si sono susseguiti a Tripoli per tutta la settimana. Inoltre si apprende che ci sarebbe l‘Egitto avrebbe aiutato le forze fedeli al generale Khalifa Haftar, legato al Parlamento di Tobruk, nella riconquista dei terminal della Mezzaluna Petrolifera nella Libia orientale. E’ quanto sostengono in una nota le Brigate di Difesa di Bengasi, che quei terminal avevano conquistato lo scorso 3 marzo. “Ora siamo posizionati in un’area distante dai pozzi che sono stati bombardati dall’aviazione egiziana inviata per sostenere Haftar”, hanno riferito le Brigate in un comunicato citato dal sito Libya Observer. Le forze di Haftar hanno annunciato la ripresa della “totalità della Mezzaluna petrolifera” lo scorso 14 marzo.