Il Ku Klux Klan rivuole la sua sede storica. E subito danno la colpa a Trump
Polemiche e grande allarme, negli Usa, per il ritorno del Ku Klux Klan. L’episodio che ha maggiormente destato preoccupazione si è verificato circa un mese fa, ma la notizia è rimbalzata sui media internazionali solo ora, grazie a un reportage del Washington Post: su uno dei più antichi edifici di Dahlonega, nel nord della Georgia, è stato affisso uno striscione con la scritta «Storica sala di riunioni del Ku Klux Klan».
Il reportage del “Washington Post” sul ritorno del KKK
Nel lungo articolo del Washington Post, il cui scopo neanche troppo velato sembra essere quello di utilizzare l’episodio in chiave anti-Trump, si legge che «le reazioni allo striscione sono il segno dei tempi». Se da un lato la maggior parte dei cittadini si è detta sconvolta da quello che è successo e molti sono scesi in piazza sventolando cartelli con la scritta «Dahlonega ama tutti» e «Questa terra è la tua terra», dall’altro sono apparse alcune bandiere con lo slogan presidenziale di Trump «Make America great again». «L’atmosfera che ha creato in America ha spinto questa gente a pensare di avere nuovamente una qualche sorta di potere», ha detto tra gli altri il reverendo ed ex consigliere della città, John Webb, facendo riferimento ai «nazionalisti bianchi» e ai «seminatori d’odio».
Il municipio condanna l’episodio
La municipalità di Dahlonega comunque ha emesso un comunicato ufficiale, che non lascia spazio ad ambiguità. «Dahlonega è una comunità accogliente per le persone di diversa estrazione» e che «i recenti episodi non sono indicativi di un cambiamento della nostra indole e filosofia», è stata la presa di posizione del Comune.