Il compagno Castro? Morì con tutti i sacramenti religiosi. Parola di gesuita

30 Mar 2017 16:37 - di Giovanni Trotta

“Alcuni sacerdoti gesuiti mi dissero che Fidel Castro era morto con i conforti religiosi. Mi rassicurarono dicendo: Stai tranquilla perché Castro è morto cristianamente”. Lo ha rivelato la nipote dell’allora vicario di Roma, il cardinal Luigi Traglia, Anna Maria Traglia, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000. La donna negli anni Settanta intrecciò una relazione con Fidel Castro rimanendo in contatto con lui sino agli ultimi giorni: “Con Fidel è stato un grande amore”. “Sono stata a Cuba l’ultima volta un anno e mezzo fa – ha raccontato Anna Maria Traglia – Fidel già stava male. Ci siamo sentiti per telefono fino al 20 maggio scorso, poco tempo prima che morisse. Mi dissero che un sacerdote accudiva tutti i giorni Fidel. Ho visto Castro molto cambiato e un giorno mi disse: Penso spesso alle tue parole (alludendo alla fede cristiana, ndr) mi sono reso conto che su tante cose avevi ragione tu e torto io”. “Ho conosciuto Fidel Castro – ha aggiunto Anna Maria Traglia – tramite Margarita Alcalde che era primo segretario dell’ambasciata cubana a Roma ed era parente di Fidel. Da quel momento diventammo molto amiche  e lei venne ad abitare in un appartamento accanto a casa mia. Ci vedevamo tutti i giorni e grazie a lei nel 1975 sono stata invitata a Cuba dal governo. Mi ricordo perfettamente la scena: erano seduti tutti su un divano e Fidel pensava, essendo amica di Margarita che all’epoca aveva 65 anni, che io fossi una vecchietta sua coetanea. Fidel dunque a quell’incontro era andato malvolentieri. All’epoca avevo 27 anni. Sono entrata e Fidel scattando subito in piedi mi disse: La primavera del Botticelli”. Anna Maria ha inoltre raccontato un episodio che coinvolse lo zio cardinale all’epoca vicario di Roma: “Parlai con mio zio perché mio padre mise il veto assoluto su questa storia. Mio zio era un uomo illuminato colto e intelligente. Gli presentai Margarita e lui le disse: Anna Maria deve rimanere con la sua famiglia e i suoi figli. Lo dica a Castro”. La signora Traglia fu anche testimone del primo incontro tra l’allora monsignor Agostino Casaroli e Fidel Castro sull’isola: “Ero stata invitata a cena dal nunzio. Le suore canadesi che lo accudivano a un certo punto tutte spaventate dissero: Sua Eccellenza il comandante sta arrivando. Il nunzio rimase molto impressionato e disse di non poterlo ricevere perché era presente Casaroli in quel momento e non c’erano istruzioni vaticane su un eventuale incontro. E invece Fidel si presentò. Fui proprio io a presentare il futuro segretario di Stato vaticano in missione diplomatica sull’isola a Fidel Castro. E tra i due ci fu subito una grande simpatia”.

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