I nostri militari salvano un bimbo di 9 anni colpito da anemia aplastica

15 Mar 2017 11:33 - di Redazione

È un bambino libanese di 9 anni e ha la passione del calcio. Martedì, come si legge sul Messaggero Veneto, è atterrato all’aeroporto di Ronchi dei Legionari per essere trasferito con i mezzi del Reggimento logistico “Pozzuolo del Friuli” all’ospedale Burlo Garofalo ed essere curato da una malattia che non solo non gli permette di tirare calci al pallone, ma nemmeno di andare a scuola: l’anemia aplastica (o aplasia midollare). I genitori di Karim, dopo essersi rivolti inutilmente a molti medici, hanno chiesto aiuto ai militari italiani impegnati nella missione Unifil a Shama.

L’anemia aplastica e la maglietta dell’Udinese

Il bambino è arrivato in Friuli,  racconta ancora il Messaggero Veneto, accompagnato dal padre, indossando la maglia dell’Udinese firmata da Rodrigo Javier De Paul, il centrocampista argentino che gioca nella formazione bianconera, che gli è stata regalata da Giuliana Linda Pozzo, vista la sua passione per il calcio. Il ponte aereo è stato organizzato dal battaglione di supporto alla missione delle Nazioni unite nel sud est del Libano. La richiesta è pervenuta ai caschi blu italiani dal sindaco di Tura, nell’area meridionale del Libano e il comandante del contingente generale Ugo Cillo, con la collaborazione del reggimento logistico “Pozzuolo del Friuli” di Remanzacco, al comando del Colonnello Alessandro Tassi, si è adoperato nella ricerca di strutture nazionali disposte ad accogliere il bambino e finanziarne le cure.

I militari italiani in prima linea 

La componente di cooperazione civile e militare del contingente nazionale ha curato tutti gli aspetti procedurali con l’ambasciata d’Italia in Libano e i diversi attori per consentire al bambino di ricevere l’assistenza necessaria per l’anemia aplastica. Il piccolo, si legge ancora nel Messaggero Veneto, sarà sottoposto a un delicato intervento all’Istituto infantile “Burlo Garofalo” di Trieste. Ciò è stato reso possibile anche grazie all’impegno e all’interessamento della Regione, della Fondazione Luchetta-Ota-D’Angelo-Hrovatin, dell’associazione Bambini del Danubio, del Rotaract Club di Gorizia e del Burlo Garofalo di Trieste i quali hanno provveduto alle spese sanitarie, di viaggio e di accoglienza del giovane paziente e della sua famiglia. «Per noi è una grande soddisfazione – ha tenuto a precisare il generale Cillo, come si legge nel Messaggero Veneto – riuscire a far fronte a una richiesta così importante. Il mio grazie va a tutti coloro che hanno accolto la nostra richiesta di collaborazione permettendo al piccolo e alla sua famiglia di essere ospitati in un’importante struttura sanitaria proprio nella regione dove ha sede la Brigata di cavalleria “Pozzuolo del Friuli”, permettendoci di seguire gli sviluppi in prima persona».

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