Giudice minacciato sotto casa: «Tanta paura, mi ha preso per il bavero»
«Proprio una brutta avventura, fortunatamente finita bene». Il giudice Tommaso Marvasi, presidente della sezione IX (Imprese), del Tribunale civile di Roma ha raccontato la sua disavventura: un uomo, che conosce e che in passato ha aiutato, lo ha atteso sotto casa lunedì scorso e lo ha minacciato con un coltello da sub. «Si tratta di una persona che diversi anni fa ho aiutato su richiesta di un amico – ha spiegato Marvasi – era malato e l’ho aiutato a tornare ad una vita tranquilla, serena. Doveva prendere dei farmaci dato che si tratta di una persona per così dire “borderline“. Stava bene. È un ex assistente di volo in pensione».
Giudice minacciato: «È un uomo “malato”»
Marvasi ha continuato il suo racconto: «Ma da tempo si era allontanato ed era andato a vivere fuori Roma, probabilmente ha interrotto le cure, non avrà preso i farmaci, maturando questo odio nei miei confronti, senza motivo. Ripeto è una persona malata, con manie di persecuzione. Lunedì mattina mi sono arrivati una serie di messaggi sul telefono, ma non ho dato molto peso – ha detto ancora il giudice – poi è venuto in tribunale ma io ero già andato via e ha sparso tanti fogli a terra sempre con scritte deliranti e minacce. E poi quando con la mia auto, insieme a mia moglie, sono arrivato a casa me sono trovato davanti».
«Sono scappato e ho chiesto aiuto ai poliziotti»
Il giudice ha spiegato la dinamica dell’aggressione.« Avevo il finestrino abbassato e lui mi ha preso per il bavero della giacca e mi minacciava. Quando con una mano ha lasciato la giacca per prendere il coltello, siccome avevo lasciato il motore acceso, ho accelerato e sono scappato fino ad arrivare al commissariato di Villa Glori dove ho raccontato tutto agli agenti. I poliziotti sono immediatamente intervenuti con le volanti – ha concluso Marvasi – e hanno trovato l’uomo ancora sotto casa che aspettava. Lo hanno bloccato ed arrestato. Ora spero che venga curato e che possa tornare quella persona che era quando prendeva i farmaci perché era piacevole, di buona cultura».