Chiesa, la Cei svela i conti: i bilanci d’ora in poi saranno pubblici
La Chiesa italiana «non è obbligata a rendere pubblico il bilancio, ma desidera farlo». Parola di Mauro Salvatore, economo generale della Cei. «Tutte le diocesi presentano già i bilanci sul bollettino ufficiale. Il passo in avanti sarà la pubblicazione dei progetti finanziati anche sul sito e sul settimanale», ha spiegato Salvatore, ricordando che le risorse di cui dispone la Chiesa italiana «non sono fondi privati, ma risorse che arrivano per libera scelta dei cittadini».
«Soldi dei cittadini, abbiamo una responsabilità»
Per l’economo, quindi, la Cei ha «una responsabilità precisa perché si renda conto del loro utilizzo». «Eppure, talune richieste sono parossistiche», ha aggiunto Salvatore, sottolineando che in tema di aziende, per esempio, «soltanto alcune sono tenute a pubblicare i bilanci: S.p.a., S.r.l. e cooperative. Tutte le realtà non profit e associative non hanno un vincolo». Ma l’economo dei vescovi ha parlato anche dell’importanza delle donazioni grazie all’8 per mille. «Facciamo fatica a renderci conto di quanto bene riusciamo a fare grazie all’8 per mille», ha detto, aggiungendo che «la Chiesa non vuole vantarsi di quello che fa, ma raccontare le buone prassi».
Più trasparenza sull’utilizzo dell’8 per mille
«Più che dire se sia giusto o sbagliato, vorremmo far comprendere che la scelta di destinare una quota pari del gettito Irpef produce una moltitudine di iniziative benefiche», ha proseguito l’economo della Cei, ribadendo che «di questo avvertiamo la responsabilità: i soldi dei cittadini italiani, e non sono tutti cattolici quelli che decidono di destinarli alla Chiesa, permettono la realizzazione di tante attività che hanno anche il verso dell’utilità sociale».